Il mancato accoglimento da parte dei vertici dell’Asrem della proposta che, di fatto, avrebbe consentito di continuare a mantenere la piena funzionalità del centro di Senologia del ‘Veneziale’ di Isernia ha scatenato parecchie reazioni in città. Dure le prese di posizione che si stanno registrando in queste ore, riguardo a una tematica sempre strettamente attuale: il diritto alla salute dei cittadini.
A lanciare l’allarme su quello che potrebbe essere un vero e proprio effetto domino e è il Partito Democratico, che richiama la Regione Molise alle proprie responsabilità.
«Stupiti e sconcertati da questo clamoroso dietrofront –scrivono in una nota i componenti della Federazione provinciale e del circolo cittadino del Pd -, ci chiediamo come mai l’Asrem, che dipende dalla Regione Molise, intenda procedere con l’attuazione, tardiva e parziale, del vecchio e discutibile atto aziendale proprio adesso che bisogna redigere il nuovo piano operativo sanitario, non dando neanche la parola al Consiglio regionale che si è appena espresso, unanimemente, con una mozione in senso opposto per evitare “qualsiasi ridimensionamento” del servizio di senologia. Questo è un momento delicato per la sanità molisana, che va ripensata nel suo complesso. E siamo ancora in tempo. Bisogna aprire una vertenza sul ruolo di Isernia per tutelare i presidi di un territorio spesso abbandonato e dimenticato, e al contempo procedere ad una riorganizzazione dell’intero sistema sanitario pubblico regionale. Come “osano” oggi i vertici aziendali, recentemente rinnovati dal Presidente Toma, pensare di indebolire ulteriormente la nostra sanità pubblica, colpendo ancora una volta il territorio pentro, dopo le clamorose bocciature che continuano a piovere sulla loro gestione dai tavoli ministeriali?».
Per i Dem il paventato smantellamento del centro di Senologia al Veneziale, un’eccellenza che funziona e produce in termini di qualità del servizio e mobilità, rappresenterebbe un colpo mortale per la sanità in tutta la regione, in quanto rischia di innescare una pericolosa reazione a catena.
«Considerando, infatti – sottolineano -, che, su un totale di dieci chemioterapie effettuate presso il nosocomio di Isernia, almeno otto riguardano patologie della mammella, con l’interruzione del servizio anche l’Oncologia si avvierebbe verso la chiusura e, a seguire, la stessa sorte toccherà alla medicina nucleare e alla radiologia. E la stessa Breast Unit di Campobasso, senza i numeri del Veneziale, non avrà più ragione di esistere. Con il risultato di un grosso danno per l’offerta sanitaria in tutto il Molise e la popolazione che ne pagherà le spese in termini di presenza e qualità dei servizi. Bisogna quindi trovare una soluzione ’sostenibile’ per il sistema molisano, in grado di dare risposte serie all’utenza garantendo il diritto alla salute, tema ‘sensibile’ trasversale che però deve passare doverosamente attraverso l’assunzione di responsabilità di chi, a partire dal livello governativo regionale, dovrebbe garantire la provincia di Isernia e il Molise tutto, dal Presidente Toma al Sindaco d’Apollonio con i rispettivi assessori e consiglieri della loro maggioranza di centrodestra.
Nessuno – conclude il Pd, trincerandosi dietro la burocrazia, può e deve girarsi dall’altra parte, perché la Salute è di tutti e da tutti va difesa, a cominciare dai nostri rappresentanti politici regionali che oggi, tolta qualche eccezione, sono clamorosamente silenti ed inerti davanti a questo pubblico scempio».

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