Un viaggio nel tempo che ha permesso a Isernia di rivivere una delle pagine più significative della sua storia. E seppur simbolicamente, ha consentito alla comunità di riabbracciare il ‘suo’ Papa Santo. Centinaia le persone che ieri pomeriggio hanno affollato il centro storico per la rievocazione del passaggio in città di Celestino V. La storia narra che Pietro da Isernia, il 192° papa della Chiesa cattolica col nome di Celestino V, venne eletto nel conclave di Perugia il 5 luglio 1294 e incoronato il successivo 29 agosto all’Aquila. Tradizione vuole che nell’ottobre di quello stesso anno, durante un viaggio che lo portò dal capoluogo abruzzese a Napoli, sia passato per la città che gli aveva dato i natali. Infatti, «il 14, per la porta di sopra, entrò in Isernia ove rimase anche il 15. Tra queste mura egli si tuffò in tutti i ricordi della sua patriarcale famiglia, di cui erano ancora superstiti il fratello Nicola e due nipoti figli di Roberto, altro fratello già defunto» [Mattei, SdI, II, 152].
In tale occasione, Celestino V lasciò tangibile segno della sua presenza a Isernia, donando «le due pregevoli croci custodite nel tesoro capitolare», che furono un regalo «alla Cattedrale della sua città nativa» [Mattei, SdI, II, 110].
Tradizione e fede si sono fuse per un evento che ha tutte le carte in regola per diventare un appuntamento fisso. Tra i 126 figuranti, tutti vestiti in abiti medievali abilmente ricostruiti, c’erano il sindaco Giacomo d’Apollonio e l’ex primo cittadino Gabriele Melogli, insieme al presidente della Provincia Alfredo Ricci.
A ‘prestare’ il volto a Celestino V è stato Mario Farina, mentre re Carlo II d’Angiò è stato interpretato da Giampaolo D’Uva e l’assessore comunale Eugenio Kniahynicki ha vestito i panni di Carlo Martello.
Due i cortei che hanno attraversato le vie del borgo e poi l’arrivo e l’abbraccio di Celestino V con la sua comunità, nella piazza che porta il suo nome. Infine l’arrivo in Cattedrale, dove sono state esposte le croci che il Papa portò in dono.
Una macchina organizzativa imponente e un gran lavoro di squadra quella che ha consentito di realizzare la tre giorni che si è conclusa ieri. Un evento interamente finanziato dal Comune, che ha fortemente creduto nella valenza di questo progetto, presentato circa tre anni fa dal Rotary Club e fatto proprio dall’amministrazione di Palazzo San Francesco e dalla Pro Loco.
«Questo – ha evidenziato il direttore artistico Emilia Vitullo – non è un evento realizzato soltanto per richiamare il pubblico e fare turismo. Ci tengo molto a sottolineare l’aspetto storico. Isernia, con questa manifestazione, si riappropria di un pezzo della sua storia ed è stato possibile grazie alla consulenza del vescovo di Trivento, monsignor Claudio Palumbo e di Fernando Cefalogli, che hanno dato il giusto supporto per garantire la storicità di questo fatto che è conclamato e documentato. Ci saranno poi dei personaggi ‘aggiunti’ perché abbiamo richiamato idealmente per l’occasione a Isernia personaggi storici coevi di Celestino che avevano ruoli importanti. Un lavoro e lungo e complesso anche per via della produzione in proprio dei costumi realizzati dal MuseC».
Un lavoro lungo e complesso premiato dalla città che ha risposto partecipando in massa all’evento più atteso della manifestazione dedicata al ‘Santone’. Successo anche per le altre iniziative che hanno caratterizzato la tre giorni: convegni, escursioni e deliziosi menu a base di pietanze medievali.
Deborah Di Vincenzo

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