Ha trasformato in un inferno fatto di ansia e paura la vita di una giovane isernina, solo perché non ricambiava i suoi sentimenti. A mettere fine all’incubo ci hanno pensato gli agenti della Squadra Mobile che, dopo aver portato alla luce un nuovo caso di revenge porn hanno consentito, grazie a un’indagine delicata e complessa, di far scattare nei confronti di un 46enne di Afragola (in provincia di Napoli) la misura cautelare di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati vittima. L’uomo è infatti ritenuto responsabile di atti persecutori e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.
L’ordinanza è stata adottata dal gip presso del tribunale di Isernia Antonio Sicuranza, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Maria Carmela Andricciola, condivisa dal procuratore capo Carlo Fucci.
Un’indagine che è potuta partire grazie al coraggio della vittima che, superando timori e vergogna, ha trovato la forza di denunciare non essendo più in grado di gestire da sola la situazione. Ai poliziotti ha raccontato che, qualche tempo fa, ha conosciuto sui social il 46enne. All’inizio sembrava una persona gentile, ma all’improvviso il suo atteggiamento è cambiato radicalmente. Voleva avere con lei una relazione sentimentale e l’ha corteggiata. Ma, quando ha capito, che la donna non era interessata ha iniziato a perseguitarla. Ha cominciato a tempestarla di telefonate, di messaggi su Facebook e Whatapp pieni di minacce di – a volte – anche di morte. Non soltanto. Lei ha provato a fargli capire di non voler avere una storia e sentendosi respinto è arrivato persino a inviare foto hard della donna a parenti e amici di lei. Chiaro l’obiettivo: voleva denigrarla, rovinare la sua immagine e distruggere la sua reputazione.
Una situazione estremamente difficile da gestire per la vittima, che si è trovata a vivere in uno stato continuo di ansia e angoscia. Costretta persino a modificare le sue abitudini di vita.
La storia, messa nero su bianco in una denuncia, è stata subito segnalata in Procura che, in attuazione della normativa di settore, dettata dalla legge n. 69/2019, ha assunto la direzione delle indagini e, in un brevissimo lasso temporale, ha eseguito agli adempimenti di legge volti alla tutela della persona offesa dal reato nonché alla individuazione del responsabile delle condotte penalmente rilevanti.
E così, a seguito di una perquisizione delegata dalla Procura della Repubblica, è scattato il sequestro dei telefoni che il 46enne usava per inviare i messaggi minatori e le foto hard, dai quali è stato possibile riscontrare gli elementi di reato cristallizzati in denuncia e nella successiva audizione della giovane isernina.
Quindi, sulla base dei riscontri e delle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti che hanno materialmente ricevuto le foto sessualmente esplicite della dona, è emerso un quadro indiziario successivamente condiviso dal Gip presso il Tribunale di Isernia che ha emesso la ordinanza cautelare eseguita dalla Squadra Mobile di Isernia.
Deb.Div.

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