Il tempo che passa non può e non deve cancellare il ricordo di una delle pagine più buie della storia del Molise: il terremoto di San Giuliano di Puglia. Una tragedia rimasta impressa nella memoria collettiva, quella costata la vita a 27 bambini e una maestra, morti tra le macerie della scuola ‘Jovine’. Anche per Isernia ieri è stata la ‘Giornata della Memoria’. Molto significativa l’iniziativa organizzata dall’Isis Majorana – Fascitelli, che ha ospitato la conferenza di Gianluca Valensise, il sismologo che, dal 1997 , è dirigente di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
‘Perché i terremoti fanno tanti danni? La vulnerabilità dimenticata dei centri storici italiani’ è stato il tema scelto per il convegno. L’esperto ha parlato ai ragazzi di vulnerabilità dei centri storici, come risultato sia dell’invecchiamento del patrimonio abitativo, sia della mancanza di interventi di miglioramento sismico, nonché dei danni dell’abusivismo edilizio e dell’importanza della messa in sicurezza degli edifici nei territori a rischio.
Inevitabilmente anche il ricordo del sismologo è andato a quel drammatico giorno di 17 anni fa. Valensise fu tra i primi a lanciare l’allarme: nel 2002 era infatti il funzionario di turno dell’Ingv. Conserva di quei tragici momenti immagini ancora nitide. «Un ricordo drammatico – ha affermato -. C’erano state delle scosse in precedenza ed eravamo tutti un po’ preoccupati, anche se poi non è detto che una scossa debba dare luogo a un terremoto più forte. Ricordo che il giorno successivo, fui ospite della trasmissione Rai ‘Unomattina’ e in quell’occasione feci un’affermazione un po’ forte, spiegando che l’ultima normativa risaliva al 1981. Io ho cominciato a lavorare nel 1983. In pratica per venti anni avevo fatto il sismologo, ma nulla di quanto fatto era entrato in un’opera di prevenzione. Una frase che si ritorse contro di me, perché dal Governo chiamarono il mio presidente per dire: ‘Chi è questo signore che va dire in tv queste cose?’. Solo che io dicevo la verità. Cosa che poi fu riconosciuta e in quel momento il Governo iniziò un percorso e, nel giro di un anno, si arrivò a una nuova normativa. Il terremoto di San Giuliano è stato un punto di svolta molto importante per il Governo italiano dal dopoguerra».
Il convegno di ieri rientra nelle iniziative organizzate dalla dirigente scolastica Lina Di Nezza, per ricordare ai suoi ragazzi l’importanza della prevenzione rispetto al terremoto.
«L’incontro – ha spiegato – conclude le iniziative che nel corso della settimana il nostro istituto ha dedicato proprio al tema della sicurezza e della prevenzione. E che, volutamente, sono state fatte coincidere con il 31 ottobre per commemorare le vittime del terremoto di San Giuliano di Puglia. Un incontro, quello con il dottor Gianluca Valensise, fortemente voluto perché in quei drammatici giorni del 2002 dovette purtroppo gestire l’emergenza sismica. Un’iniziativa – ha poi aggiunto – finalizzata proprio a promuovere la cultura della sicurezza e della prevenzione. Nonostante l’Italia vanti un servizio di protezione civile più moderni e all’avanguardia, nonostante le ricerche costanti e importanti dell’Ingv e nonostante l’alto rischio sismico sul territorio molisano, la cultura della prevenzione non è ancora radicata».
Il convegno è iniziato con un minuto di raccoglimento per le piccole vittime di San Giuliano di Puglia. Subito dopo l’esperto ha relazionato sui fattori che in un territorio così a rischio, come quello italiano, porta a fare dei terremoti un elemento di distruzione dei centri abitati. Il caso più emblematico in tal senso è il recente sisma che ha trasformato Amatrice un cumulo di macerie. Quali sono le cause e come porvi rimedio? Queste le domande a cui Valensise ha tentato di dare risposta.
Una giornata che ha fornito ai ragazzi importanti spunti di riflessione sulle cause dei terremoti e sulle responsabilità umane rispetto a tali, tragici, eventi.

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