«Una legge necessaria». Lo ha affermato la parlamentare Stefania Ascari arrivata ieri a Isernia per parlare del ‘Codice Rosso’, in vigore dallo scorso 9 agosto. Come è noto, ha introdotto modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Relatrice e prima firmataria, la deputata del Movimento 5 Stelle è stata ospite del convegno che si è tenuto nella sala della biblioteca Romano. L’incontro è stato promosso dall’Ordine degli Avvocati e dall’associazione ‘Cammino’ proprio per esaminare i vari aspetti, criticità comprese, della nuova legge.
«Ho avuto l’onore di essere la relatrice del Codice Rosso e la prima firmataria – ha sottolineato la parlamentare -. E ho scritto una proposta di legge che è stata inserita quasi interamente all’interno di questo grande progetto di Legge. Il Codice Rosso è e resta una necessità. Perché quando si parla di violenza sulle donne, si parla di una vera e propria emergenza sociale. Parliamo di una donna uccisa ogni tre giorni. Il Codice Rosso ha avuto un ruolo importante perché è andato a colmare delle lacune esistenti e a inserire dei nuovi reati. Le cronache stanno dimostrando che era necessario, basti pensare al ‘revenge porn’ . Emergono sempre più denunce relative a questo nuovo reato, una violenza 4.0 che avviene sul web, attraverso la diffusione di immagini a sfondo sessualmente esplicito. Immagini che vengono utilizzate con una modalità ricattatoria. Sono partite le prime indagini e ciò rappresenta un grande successo. Stesso discorso per i matrimoni combinati attraverso la costrizione. È per esempio partita un’indagine nei confronti di un padre georgiano che voleva obbligare le sue due figlie a sposarsi. In linea generale abbiamo assistito a un ‘boom’ di denunce, che confermano la gravità di tale problematica. Perché prima del Codice Rosso nove donne su dieci non denunciavano gli abusi. Ora invece abbiamo visto che i casi di violenza stanno emergendo e ciò testimonia che c’è fiducia nello Stato e nelle varie istituzioni».
Molto dunque è stato fatto, ma c’è ancora tanto da fare, soprattutto in materia di prevenzione. «Bisogna educare – ha sottolineato ancora la parlamentare del M5S – perché significa soprattutto prevenire. Fondamentale il tal senso il lavoro nelle scuole. Abbiamo inserito all’interno dell’educazione civica il rispetto, all’interno delle scuole, della persona e della parità di genere. È necessario eliminare gli stereotipi tra uomo e donna. In merito a ciò – ha concluso – c’è ancora tanto da fare, ma soprattutto serve un lavoro di squadra, perché la battaglia per contrastare la violenza contro le donne e soprattutto una battaglia di civiltà da combattere tutti insieme».
Al tavolo dei relatori anche il procuratore capo di Isernia Carlo Fucci e il magistrato del tribunale pentro Michaela Sapio. I lavori sono stati moderati dal responsabile del settore penale dell’associazione ‘Cammino’, l’avvocato Anna Di Loreto.
I nuovi reati. Tante le novità. La legge introduce il reato contro chi sfregia una donna, punibile con la reclusione da 8 a 14 anni (ergastolo se causa la morte). Così come è punibile fino a 5 anni (6 se è coinvolto un minore) chi induce un altro a sposarsi (anche con unione civile) usando violenza, minacce o approfittando di un’inferiorità psico-fisica o per precetti religiosi. Un’altra norma, tra l’altro molto attesa, è quella contro il cosiddetto ‘revenge porn’ che punisce chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda foto o video a contenuto sessualmente esplicito di una persona senza il suo consenso: sono previsti da 1 a sei anni di carcere e multe dai 5mila a 15mila euro. Aggravanti sono previste per l’ex partner che agisce via social. Maggiori tutele sono poi previste per disabili e donne incinte.

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