Uno sfogo in piena regola quello di De Vivo. Perché “la tranquillità in questi giorni non c’è più e il telefono squilla di continuo”. Il sindaco, però, dà la sua verità, quell’interpretazione della sentenza che mancava finora. E chi più di lui è deputato a farlo? I passaggi logici sono chiari. Eccoli. “Io non sono parte nel procedimento che è stato avviato presso il Tar e di quella sentenza mi ha informato la stampa. Ufficialmente non so nulla. Se non vengo convocato dal prefetto, non ho il potere per convocare a mia volta il consiglio comunale”. Tutto qui. Lapalissiana per un uomo di legge, un po’ meno per i politici. Ancora. “Non ho mai detto che avrei fatto la scelta di convocare i dimissionari o quelli che, in linea astratta, avrebbero diritto alla surroga”. Pesare le parole, ogni singola parola, in questo caso serve per far chiarezza. Non c’è la scelta perché al momento nemmeno si pone la questione, dato che non c’è stata investitura ufficiale della carica di sindaco dopo la sentenza. Non è tutto. “Intorno alla vicenda si sta creando un clima di suspense, un clima esacerbato, ma al momento nessuno può dirmi che io sono inadempiente, oppure che sto tentennando, non essendo stato investito del problema della mia carica di sindaco. Assumerò tutte le iniziative affinché si svolga il consiglio che naturalmente deve essere convocato”.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.