Si aggrava il quadro indiziario a carico del 45enne di Santa Croce di Magliano, V. C. le sue iniziali, arrestato sabato mattina dai militari dell’Arma dopo il furto sventato al Postamat di Bonefro. Dopo l’interrogatorio in carcere, nell’udienza di convalida, l’uomo, con un precedente per estorsione lontano nel tempo, è stato confinato agli arresti domiciliari, su istanza del suo avvocato difensore, Federico Liberatore.
Il gip del Tribunale di Larino, Veronica D’Agnone, tuttavia si è riservata di decidere nuovamente se inasprire o meno la misura cautelare e questo perché la Procura frentana, col pm Marianna Meo, dopo gli elementi acquisiti nell’interrogatorio, ha deciso di riqualificare l’ipotesi accusatoria, da favoreggiamento a concorso in rapina aggravata.
Inoltre, sempre nel colloquio col magistrato, il 45enne non avrebbe solo confessato il ruolo di basista nei colpi del 27 e 7 gennaio a San Giuliano di Puglia, ma anche quello del 17 dicembre prima, proprio a Santa Croce di Magliano.
La Procura mira a individuare anche i banditi messi in fuga dall’arrivo dei militari dell’Arma, che hanno lasciato in custodia al 45ennee, beccato poi nell’agro rotellese, l’auto usata dal commando 5 uomini e in precedenza rubata a Manfredonia. Il 45enne, assistito legalmente dall’avvocato Federico Liberatore, ha confessato di aver ricoperto il ruolo da basista, non solo in questa circostanza, ma anche per l’altro assalto compiuto nel Cratere a gennaio, quello al Credito cooperativo di San Giuliano di Puglia. Peraltro, nella sua deposizione avrebbe anche asserito di non aver ricevuto vantaggi da questa condotta, si sarebbe messo a disposizione solo per mera cortesia. Una versione che non ha convinto gli inquirenti e ora, proprio dalla posizione dell’uomo finito in manette sabato mattina ci si aspetta di scoprire altri indizi utili a rintracciare la banda che avrebbe potuto compiere altri colpi tutti in Basso Molise.

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