Venti chili di droga sequestrati in un anno. Marijuana in quantità industriale, mezzo chilo di cocaina e 250 grammi di hashish. E’ il bilancio dell’operazione “Dirty Country” illustrata ieri mattina in tribunale a Larino dal procuratore Antonio La Rana, dal sostituto Marianna Meo e dal comandante della Guardia di finanza di Campobasso Paolo D’Amata. Sono state proprio le fiamme gialle a mettere fino ad una serie di fatti concatenanti che nel corso del tempo hanno fornito agli inquirenti la stessa matrice. Riprendendo l’operazione antidroga “Rewind” del 2015, per la quale finirono in manette dieci persone, i militari hanno scoperchiato un altro grosso giro che li ha portati un anno fa al sequestro in un terreno di Larino di otto chili di marijuana e successivamente al rinvenimento di alcune armi apparentemente abbandonate. Nello scorso mese di settembre invece il Goa ha intercettato un altro ingente carico di “erba” sul litorale. In quell’occasione fu arrestato in flagranza, con le accuse di detenzione e spaccio, un sessantenne termolese. Il carico di droga è stato ritrovato all’interno di una abitazione di sua proprietà che si trova tra Termoli e Petacciato. In quel caso i finanzieri trovarono quasi nove chili di marijuana. Le indagini sono però proseguite fino a lunedì scorso quando, all’alba, è stato portato a termine con tre arresti l’ultimo filone di indagine. Si tratta di tre persone residenti nella città adriatica, un 48enne originario di San Severo che si trovava già in carcere per reati simili, un 36enne di origine albanese ed un 24enne termolese. Tutti e tre sono stati colpiti da una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Solo il 48enne originario di San Severo, già in carcere, è rimasto rinchiuso nel penitenziario di Larino. Per due di loro l’accusa è di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti mentre alla terza persona, oltre allo spaccio, viene anche contestata la detenzione, la ricettazione e l’occultamento di armi. Da quanto trapelato nella conferenza stampa, nonostante l’indagine sia data per conclusa, ci sarebbero altre persone indagate ed attualmente attenzionate. Per le indagini i militari della Guardia di finanza hanno utilizzato intercettazioni telefoniche, pedinamenti e cani anti droga. La sostanza stupefacente in alcuni casi era nascosta in tubi di plastica e nelle buste nere solitamente utilizzate per l’immondizia. Dal quadro accusatorio e di indagine scaturisce che la città di Termoli si conferma sempre di più centrale dello spaccio in basso Molise. Un canale “privilegiato” utilizzato dai malviventi per far arrivare la droga in zona. Tutta la droga sequestrata nell’operazione “Dirty country” ammonta ad un valore di quasi ottocentomila euro. Settantacinquemila dosi di erba, cocaina e marijuana pronte per essere immesse nel locale mercato degli stupefacenti. Un giro stroncato in dodici mesi dalle forze dell’ordine. Per l’occasione il comandante della Guardia di finanza di Campobasso Paolo D’Amata ha anche stilato un bilancio dal suo insediamento in Molise avvenuto nel 2014. In quattro anni nella provincia di Campobasso sono stati sequestrati due quintali di droga, quaranta persone sono state arrestate, 160 denunciate e 1000 segnalate come assuntori.

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