Nel giorno in cui proprio nella provincia di Chieti, vicino al Molise, c’è stato il coinvolgimento del territorio del basso Abruzzo nella retata antimafia che ha portato all’arresto di 24 persone in 4 regioni, arriva l’allarme lanciato dal presidente della Commissione parlamentare antimafia, il pentastellato Nicola Morra. «Attraverso il Molise il territorio del Sud dell’Abruzzo è stato particolarmente interessato dalla cosiddetta ‘quarta mafia’, cioè quella foggiana. Poi bisogna aggiungere che un figlio di Totò Riina si trova in Abruzzo e che l’economia abruzzese è anche e soprattutto turismo e nell’economia del turismo, della ristorazione e della ricettività le infiltrazioni di stampo mafioso sono sempre più segnalate, soprattutto nel mondo Adriatico». Lo ha detto il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, a margine di un evento che si è svolto in Questura a Pescara nell’ambito della 24/a edizione del premio nazionale ‘Paolo Borsellino’. Secondo Morra «c’è necessità di prestare attenzione e diffondere una cultura antimafia che permetta di acquisire quegli strumenti conoscitivi con cui immediatamente riconoscere un fenomeno, perché non riconoscere una richiesta estorsiva o accettarla perché non si sa come reagire significa concedere campo a queste organizzazioni che sono in guerra con lo Stato». Intanto ieri magistratura e forze dell’ordine hanno sferrato un duro colpo ai protagonisti della guerra intestina per il controllo del clan mafioso dei Parisi-Palermiti, che nel 2017 ha generato a Bari diversi fatti di sangue. La Squadra mobile barese, in collaborazione con il Reparto prevenzione crimine Puglia, il Reparto volo e le Unità cinofile della Polizia di Stato, ha arrestato 24 persone in Puglia, Lazio, in provincia di Chieti ed Emilia Romagna. Gli indagati sono accusati di tre omicidi, un tentato omicidio, violenze, estorsioni, traffico e spaccio di droga, rapine, detenzione e porto illegale di armi. L’inchiesta della Mobile trae origine da alcuni omicidi commessi a Bari tra gennaio e aprile 2017, che poi si è scoperto essere tutti collegati tra loro. Il 17 gennaio Francesco Barbieri fu ucciso a colpi di pistola da un sicario che lo ha freddato a distanza ravvicinata. Il 6 marzo quattro sicari, armati di mitragliatrici e pistole, hanno assassinato Giuseppe Gelao e gravemente ferito Antonio Palermiti, nipote di uno degli esponenti di vertice del clan Parisi. Il 12 aprile un commando armato di pistole e Kalashnikov, ha trucidato Nicola De Santis. Gli investigatori hanno acclarato che questi fatti di sangue erano il risultato di una guerra interna al clan Parisi-Palermiti, che aveva lo scopo di allontanare i fedelissimi di Antonio Busco, figura emergente e che stava diventando troppo “ingombrante” all’interno del gruppo criminale. Oltre ai conflitti a fuoco la lotta interna ha provocato anche vetture incendiate, danneggiamenti e incendi di immobili. Durante l’indagine sono stati sequestrate diverse armi e munizioni, sostanze stupefacenti e documenti relativi alla contabilità dello spaccio, nonché denaro contante per un totale di un milione e 25mila euro.

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