Finisce l’era di Micaela Fanelli. L’ex segretaria regionale del Pd, da mercoledì è anche ex sindaco di Riccia. Il 4 luglio infatti è terminato il suo mandato. Eletta per la seconda volta consecutiva alla guida del Municipio, ha lasciato perché incompatibile con la carica di consigliere regionale che ricopre da aprile scorso.
«Con grande commozione, lascio un impegno che è stato, assieme, un atto di amore e di grande responsabilità. Non esiste un onore più grande! Grazie ai miei concittadini riccesi per avermelo concesso, per avermi sostenuto, per avermi consentito di ricordare in questo modo anche mio padre e la sua fine prematura». Così Micaela Fanelli si congeda dai suoi concittadini.
«Sono stati anni bellissimi – dice ancora l’ex sindaca di Riccia – di grande lavoro e soddisfazione, di critiche e speranza. In un periodo non facile, di tagli agli enti locali e di crisi per le aree interne, con passione e onestà una squadra è riuscita a realizzare molti obiettivi. Oggi Riccia ha più servizi, è più solidale, ha circa dieci milioni in più di opere pubbliche ed una prospettiva strategica su cui puntare: il Borgo del Benessere. Perché la vicinanza a chi ha bisogno di aiuto diventi il modo con cui creare lavoro. Auguri a chi continuerà! Un testimone affidato a persone competenti, generose e lavoratrici, che sapranno fare bene. Grazie a loro, per questi anni insieme, e grazie anche alla scorsa Amministrazione, maggioranza e minoranza. Grazie a tutta la struttura del Comune, dipendenti e collaboratori. Con loro ho condiviso ogni giorno e per merito loro ogni giorno è stato bello e proficuo per la nostra comunità. Grazie, infine, a tutto il gruppo politico civico, la famiglia e gli amici che con me da sempre condividono questo percorso di vita e di impegno.
Ma grazie soprattutto a voi, cittadini riccesi! Continuerò a starvi accanto, a prendermi cura con ogni energia del luogo che amo di più al mondo: la nostra “terra”!
Possiate continuare ad essere “Undique tutus”, così come recita il motto del nostro stemma. Ovunque sicuri, ovunque certi della nostra forza e della nostra generosità».

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