Troppo spesso, negli ultimi mesi, la tranquillità sociale di Santa Croce di Magliano è stata messa a repentaglio e dopo aver udito il botto di ieri, un vero boato, c’è chi ha pensato fosse stato di nuovo assaltato qualche postamat o bancomat. Addirittura, pur senza tremolio, qualcuno ipotizzava al sisma. Invece no, era un attentato in piena regola, un vile gesto con cui è stata messa a fuoco una palazzina, quella che affaccia su Piazza Marconi, di lato a via Iolanda. Stabile di proprietà dell’avvocato Federico Liberatore, noto amministratore e professionista 48enne. La dinamica ci è stata chiarita subito ieri mattina dal sindaco di Santa Croce di Magliano, amico fraterno di Liberatore, Donato D’Ambrosio. «Hanno fatto esplodere una tanica di benzina da 25 litri davanti il portone del consigliere comunale comunale. Vicino al portone c’è anche l’ingresso del ristorante “Mare in collina”, questo in sintesi». Una deflagrazione che non poteva non destare attenzione e paura tra i residenti, colti nel cuore della notte da quest’ennesimo spavento. Il fuoco non ha dato scampo al gazebo e agli arredi esterni del locale che lo stesso Liberatore aveva affittato al gestore del ristorante, tra i più noti della zona. Le fiamme si sono propagate dentro alla struttura, al pianterreno dell’immobile. In verità, sulla matrice dell’attentato, sicuramente di stampo intimidatorio, anche se c’è chi non lesina a parlare di ritorsione, ci sono due versioni, la prima che riconduce alla figura del professionista, l’altra che vede preso di mira il locale, anche se con due porte in metallo, l’effetto rogo si è potuto praticare puntando sulla porta in legno della palazzina residenziale. Sul posto sono intervenuti e per fortuna con estrema celerità i Vigili del fuoco che propria a Santa Croce hanno il loro distaccamento, dai tempi dell’immediato post terremoto, oltre ai colleghi del comando provinciale di Campobasso. Le indagini sono affidate ai carabinieri della locale stazione e della compagnia di Larino, che con diverse pattuglie sono giunte sul luogo dell’attentato. Gli inquirenti, che non stanno tralasciando alcuna ipotesi, non accantonano nemmeno l’ipotesi che il vero obiettivo potesse essere proprio il locale, la cui clientela è fortemente influenzata dalla comunità pugliese. Insomma, il cerchio è stretto, essendo due i probabili bersagli. Liberatore è giunto in paese appena saputa la notizia dell’incendio doloso. Non da Campobasso, ma sa San Salvo, dov’è in vacanza con la famiglia. Per lui lo scampato pericolo, poiché sovente con la moglie e i due figli dorme proprio in quelle mura, rimaste affumicate. Il sindaco D’Ambrosio, per primo interpellato, così ci ha riferito. «Sono molto amareggiato, anzi un risveglio brutto e preoccupante. In primis, a nome di tutta l’amministrazione, esprimo la vicinanza e la solidarietà al consigliere e avvocato Liberatore. Aspettiamo i risultati delle prime indagini per comprendere le dinamiche. Ma sono molto preoccupato. Non so cosa pensare, una forte delusione. Sì, scriverò al Prefetto e al Ministro». Infine, D’Ambrosio fa questa riflessione. «Fortuna che abbiamo il distaccamento dei Vigili del fuoco sul posto, altrimenti i danni sarebbero stati superiori». Poi, sul proprio profilo Facebook aggiunge, «Un risveglio traumatico, inimmaginabile. Una tanica di 25 litri di benzina fatta esplodere dietro un portone. C’è lo studio legale e l’abitazione del mio consigliere Liberatore, c’è un ristorante “Mare in collina”. Ritorsione? Avvertimento? Odio? Non è la scena di un film mafioso, ma è pura realtà. Le indagini sono in corso, io scriverò le solite lettere al prefetto, al presidente, al ministro, al premier, alle forze dell’ordine, chiederò un tavolo tecnico, un rafforzamento etc… tutte belle parole. Qualcuno apprezzerà, altri faranno la morale, insomma il classico meccanismo. L’episodio resta, come i Vigili del fuoco, quel famoso distaccamento che cercheremo di proteggere in tutti i modi, quel distaccamento che lo Stato ignora e che il comune regge con i propri fondi. Senza distaccamento dei Vigili del fuoco oggi raccontavamo altro. Abbiamo 1 carabiniere ogni 700 abitanti, la media Italiana 1/800, quella molisana 1/500, in pratica ne servono altri. Purtroppo non abbiamo una caserma, da 7 anni c’è un progetto esecutivo, ma il provveditorato prima, il demanio oggi non finanziano. E’ un grosso tema. Forza Federico e forza «Il mare in collina. Santa Croce, quella vera, non si ferma, perché è fatta di tanti cittadini che dedicano il loro tempo e la loro vita per valorizzare le nostre ricchezze, anche se episodi “mafiosi” provocano grosse ferite». Sgomento in paese per questo episodio criminale, il secondo in Basso Molise dopo il rogo dell’auto di proprietà di un Vigile urbano di due notti fa a Campomarino.

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