Tre impegni, quattro temi e un solo obiettivo: l’unità del Centrosinistra. E’ stato lanciato oggi al Macte di Termoli, in via Giappone, il guanto di sfida dell’onorevole Laura Venittelli, che ha dato corpo ieri pomeriggio in quasi tre ore di evento alla convention su una idea di fondo, quella di mettere fine alle divisioni nella coalizione annunciata da quasi due settimane. Vita, lavoro, solidarietà e ambiente i temi declinati graficamente e dialetticamente dalla parlamentare dem. A fine serata si sono aggiunti cultura e scuola. Di esponenti istituzionali di caratura c’erano il consigliere regionale Massimiliano Scarabeo e il sindaco Angelo Sbrocca, oltre alla presidente del Consiglio comunale Manuela Vigilante, ma c’erano tantissime persone, sia quelle strutturalmente vicine alla Venittelli, sia altri soggetti chiaramente di coalizione che non hanno ancora deciso quale percorso sposare, ma che si sono ritrovati nell’obiettivo unità. Un palco romboidale al centro della sala e platea disposta in diversi settori, tutta gremita e con tanta gente in piedi e il successo di partecipazione è stata una delle componenti fondamentali di questa start-up politica, poiché di ciò si tratta: riportare la gente alla politica e la politica tra la gente. Per questo, spazio aperto a chiunque è contro destre, populisti, sovranisti. Una partecipazione territorialmente eterogenea, non solo dallo zoccolo duro termolese e del Basso Molise, ma da ogni angolo della regione, sia Molise centrale che provincia di Isernia e nonostante la concomitanza di non poco conto dell’insediamento del neo vescovo di Trivento, che ha sottratto alcuni attori istituzionali. Per la Venittelli, «da una parte c’è la politica e dall’altra c’è la gente che dice basta, e vuole che la politica sia attenta al territorio. Dal 2008 c’è una ripresa lenta ma incisiva. Siamo una regione che tarda a dare risposte concrete alla gente che si è fortemente impoverita. Ho lanciato un appello, un’iniziativa che parte dalla base e arriva alla politica. La politica e i politici di oggi sono come le tartarughe, lente che vedono passare ad alta velocità tutte le cose intorno a loro. La classe dirigente deve tornare a far parlare la nostra regione, a far ritrovare le risposte ai cittadini. Ci appartengono determinati valori quindi per questo motivo, per questi valori, l’iniziativa di firmare l’appello del centro sinistra unito. In questi valori è definito il perimetro del centro sinistra. Questo appello lo porteremo in tutte le realtà molisane e lo lanceremo a chi dovrà decidere e a chi si pone il tema di dove andare alle elezioni del 2018. Il nostro messaggio oggi è quello di scegliere il metodo e un programma condiviso e rispettato. Ci sono 24000 persone attente al nostro messaggio solo su Facebook, s’incuriosiscono e questo risultato è considerevole. Abbiamo ricevuto tanti insulti, ma la buona educazione supera la cattiva, queste persone che hanno insultato temono che il centro sinistra possa tornare a vincere. E’ dall’insulto che dobbiamo partire. E’ un cammino forte e ambizioso, tutto in salita. Noi non lo sappiamo coniugare il verbo arrendersi, non ci appartiene e chi giocherà per la divisione avrà a che fare con un gruppo di persone forti». Con queste parole l’onorevole dem ha aperto l’assemblea e a seguire c’è stato l’intervento del sindaco di Termoli, Angelo Sbrocca. «Grazie Laura e benvenuti a tutti. Voglio ringraziare Laura per l’invito rivoltomi per questo obiettivo. Non ho ricette per questo obiettivo, dovete esser voi a darle. Gramsci fondò l’Unità per unificare tutta l’Italia e la storia con il tempo gli ha dato ragione. La proliferazione di idee deve esser messa in conto, quando si va alle elezioni ognuno deve cedere ad alcune transazioni per raggiungere l’obiettivo. E’ un obiettivo che ci dobbiamo porre, non solo come amministrazione, ma ognuno di noi deve lavorare affinché l’obiettivo venga raggiunto. Dobbiamo partire da quello che deve esser la base del partito, noi dobbiamo vincere con una sinistra unita, sull’ambiente, sulla solidarietà, e sul lavoro che oggi non viene a esserci per qualcuno, anche se si vede qualche miglioramento. Il problema di leadership verrà in un secondo momento, ora bisogna pensare a cosa succederà sull’ambiente, sulla solidarietà e sul lavoro. Amministrare è una delle cose più difficili da fare, ma mai si deve seguire una sorta di scaletta su chi è rimasto contento o scontento. Io mi spetto che oggi ci sia da parte di tutti voi un confronto, sentire le vostre parole, sentire le cose che si possono migliorare. Deve esserci una coalizione unita, altrimenti la regione andrà ad altri peggiori di noi». Dopo Sbrocca arrivano gli interventi della platea. Per il presidente di Confimprese Italia Molise, Paolo Cordisco, c’è un monito. «Non possiamo continuare a lamentarci e non possiamo pensare che il politico di turno ci risolva i problemi. Questa è una politica malsana. Dobbiamo creare le condizioni per cui le aziende non chiudano per far sì che i giovani non fuggano. Adesso bisogna pensare alle priorità anche delle aziende. Alcuni passi sono stati fatti, abbandonare l’unità significa abbandonare un centro e questo non lo vogliamo». Nicola Occhionero, ex assessore alla Provincia di Campobasso, «Grazie per l’occasione, perché non capita tutti i giorni di incontrare il popolo del centrosinistra. Cosa dovrebbe fare il futuro Presidente? Rispettare i patti pre-elettorali, perché questo è lo strumento che gli consente una lunga carriera. Un dialogo continuo con tutti. Se penso a Gramsci penso a quando criticava gli indifferenti, beh io ho deciso di non esser indifferente. L’unità deve esser piena di contenuti, da elettore di centrosinistra non sono più disposto a votare solo perché quello è il mio partito. Voglio un cambiamento. Conquistare il consenso significa rispettare le aspettative create». E’ intervenuto, fra gli altri, Antonio D’Ambrosio. «10 anni fa ci fu una mobilitazione straordinaria per la nascita del partito democratico. Avevano elementi buoni per far crescere questo partito, l’elementi della dottrina sociale della chiesa e gli elementi del partito comunista. Era arrivato il momento di cambiare l’Italia. Questo ha suscitato grandi speranze negli italiani». Ultimo a parlare Massimiliano Scarabeo, che ha puntato sull’esorbitante quota di posti letto assegnati alla sanità privata, ha detto al 43% e con oltre il 50% in provincia di Isernia, cosa che nemmeno Iorio aveva fatto a suo dire e con il fallimento delle politiche economiche della sua giunta. Per Scarabeo ormai solo lui non capisce che non è più candidabile, non solo perché ha fallito come governatore, ma anche come persona non merita più fiducia. Laura Venittelli ha così ripreso il microfono in mano e quasi ringraziando tutti, uno per uno, ha detto che questo è solo l’inizio e che difficilmente riusciranno a fermare la marcia verso l’obiettivo unità, parole spese mentre la gente si affastellava a firmare l’appello in calce.

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