Dopo l’intervento sulla sanità e l’assistenza agli anziani, la Fnp-Cisl del Molise, con base a Termoli, rivendica la battaglia per bloccare il nuovo aumento dell’età pensionistica, chiedendo un atto di buon senso. «Nessuno vuol mettere in discussione il parere legittimo della Banca d’Italia e della Corte dei conti sul Def e sull’andamento della spesa pensionistica, neppure i sindacati – afferma Luigi Pietrosimone – questo perché in Italia l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia è già la più alta in Europa, ed è quanto facciamo notare come Fnp Cisl Abruzzo-Molise. Questo dato deve far riflettere quanti continuano a sostenere un ulteriore allungamento dell’età pensionabile. Non abbiamo chiesto al Governo di cambiare i caratteri strutturali della riforma Fornero ma di rivedere alcuni parametri come: congelare l’età pensionabile, sospendere l’adeguamento automatico dei requisiti di pensionamento all’aspettativa di vita, mantenendo il livello attuale di 66 anni e 7 mesi per la vecchiaia e a 42 anni e 10 mesi per l’anticipo (41 e 10 mesi per le donne fino al 2021). Invece riconoscere un bonus di un anno per ogni figlio per consentire un ritiro più flessibile a tutte le lavoratrici. Altre richieste al Governo, la garanzia sulle pensioni dei giovani o le incentivazioni alla previdenza complementare, avrebbero in gran parte un impatto più lieve e spostato nel tempo. Altro tema affrontato nella riunione della Fnp-Cisl è stato quello della evasione fiscale. Un tema di grande attualità e molto sentito. “Evasione record dell’Italia”: in fuga dal Fisco 111 milioni all’anno una piaga della nostra economia. Credo che si stia pensando che la lealtà nel pagare le tasse non è un valore. Infatti abbiamo esattori in tilt: incassano solo l’1,13% delle somme da riscuotere contro una media del 17,1%. Infatti anno dopo anno aumentano i miliardi: 107,6 miliardi nel 2012; 109,7 nel 2013; 111,7 nel 2014 e sia pure in diminuzione nel 2015, contenuti nella nota di aggiornamento del Def, non fanno presagire un cambio sostanziale di rotta, il calo risulterebbe infatti di 3,9 miliardi e ancora non c’è una valutazione esatta del mancato introito Irpef dei lavoratori dipendenti, che pare abbia raggiunto nel 2014 un impressionante 59,4 per cento. Significa che nelle case pubbliche entrano solo quattro euro su dieci delle imposte sul reddito dovute da chi esercita un’attività non dipendente. Per non parlare dell’Iva. Qualche giorno fa da Bruxelles è arrivata la brutta notizia che l’Italia è il paese Europeo che detiene il record dell’evasione di questa imposta. Ma purtroppo non è una notizia nuova, perché è così da sempre. Basterebbe tutto questo per mettere in dubbio le tesi di chi assolve l’infedeltà. La stessa Corte dei conti certifica un dato mostruoso dell’evasione. Quindi per combattere questa piaga occorre fare leggi che impediscono di evadere. La lotta all’evasione si fa deprimendo ancora di più il mercato, piuttosto che agevolazioni e semplificazioni. Per evitare la crescita delle disuguaglianze, per rilanciare le politiche sociali, per evitare le lunghe liste di attesa, per riformare un welfare sociale, per essere sempre più vicino ai più deboli e per colmare il gap tra Nord e Sud sempre più evidente e perché non ci siano cittadini di serie A e di serie B. Tutto questo è possibili con una serie di concertazione tra istituzioni ed associazioni Sindacali nell’interesse di tutta la comunità Italiana e locale. Rilanciare il territorio attraverso una forte coesione sociale. E’ solo così che si creano i presupposti per il lavoro e per il rilancio d’occupazione giovanile e dell’economia italiana. Occorre fatti e non parole. Non è più il momento delle promesse».

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