Commissioni consiliari aperte ma porte chiuse al progetto sugli immigrati di matrice Radicale. In questo assioma si è racchiuso il senso del Consiglio comunale di ieri, che ha tenuto banco per l’intero pomeriggio. Tre ore di dibattito, un paio di interruzioni, tuttavia brevi e digeribili senza Magnesia, e quattro provvedimenti portati a casa, uno addirittura all’unanimità. Quasi un’ora di ritardo, ma si sa, a cavallo del pranzo la digestione è lunga… E’ iniziato poco prima delle 15 il Consiglio comunale convocato per le 14 di ieri. In agenda una serie di adempimenti tecnici, ma soprattutto il debutto – colpevolmente in sordina, senza amplificazione mediatica – della seduta in diretta streaming dell’assise civica. Fino ad ora sul profilo Twitter dell’amministrazione termolese era possibili assistere solo ad aggiornamento con foto e testo. Una battaglia riconducibile al Movimento 5 Stelle, che infatti col portavoce Nick Di Michele ha ricordato questo step in progress portato a casa. Qualche defezione tra i banchi di maggioranza e minoranza, forse a causa dell’ora inconsueta, ma poi tutti alla spicciolata si sono presentati sul proprio scranno. Velocissima e senza alcun contributo la discussione sulla variazione di bilancio obbligatoria per la realizzazione della ciclovia Adriatica sul litorale molisano, alla lettura dell’atto da parte della presidente del Consiglio comunale Manuela Vigilante è seguito immediatamente il voto, che ha visto la non partecipazione al voto dell’intera componente di opposizione presente. Stesso copione, ma con scambi dialettici anche vivaci, quello che ha riguardato la vicenda nota della Zeta Costruzioni, l’immobile costruito tra Pozzo Dolce e via Mario Milano, per cui vennero anche incardinati procedimenti penali e civili al tribunale di Larino. Di Michele e Di Brino hanno escusso la vicenda, ricostruendo in parte sia l’iter in Commissione che l’intera storia, puntualizzata dall’assessore Gallo e dal sindaco Sbrocca che ha tenuto a precisare – ma smentito dal diretto interessato Di Brino – che la denuncia partì dalla vecchia opposizione alla giunta Greco e soprattutto dell’esito assolutorio in sede penale. L’argomento che meno degli altri avrebbe dovuto provocare lungaggini e botta e risposta, una permuta di terreno per permettere la riqualificazione di un accesso all’arenile, passata coi voti di tutti, ma dopo una discussione infinita, estrema, che sembrava la perifrasi di una battaglia navale, tra particelle e classificazioni urbanistiche. A causare l’inghippo è stato un errore materiale negli atti, corretto con parere del dirigente all’Urbanistica Livio Mandrile, ma come si è increspata in modo assurdo. Comunque, tutto è bene quel che finisce bene, anche se c’è stato uno screzio assai insolito tra Michele Marone e l’assessore Enzo Ferrazzano. De plano, o quasi, con alcuni distinguo, per le modifiche al regolamento che da ora vedrà pubbliche le sedute delle commissioni consiliari consultive. In platea, Andrea Salome e Ciro Stoico, che presentarono da cittadini l’istanza al Comune, poi portata avanti da Nick Di Michele nelle sedi istituzionali competenti. Infine, il tentativo di Paolo Marinucci di far condividere l’impianto progettuale sui migranti varato da Emma Bonino e i Radicali, che ha trovato la sola condivisione di Antonio Sciandra, una selva di astenuti e 4 voti contrari, tra cui Vincenzo Sabella. Interventi bipartisan a sottolineare come il vaso dell’accoglienza sia ormai colmo e che occorre pensare anche ai dieci milioni di italiani che vivono sulla soglia o sotto della povertà, tanto da raschiare più i bidoni dell’immondizia che il barile. Netto l’intervento di Francesco Roberti, ad esempio. Un rammarico, quello di Marinucci, che in sede di ultimo intervento, comprendendo l’antifona, ha evidenziato come il messaggio non sia passato.

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