Polemiche e preoccupazioni a braccetto allo stabilimento Fca di Termoli. Non bastassero le incertezze legate al rinnovo degli attuali 500 e oltre interinali, a uscire allo scoperto sono stati coloro che nel 2011 vennero abbandonati al proprio destino. Uno di loro, «Scrivo in merito all’articolo pubblicato al riguardo degli interinali Fiat. Ricordo ai signori sindacati che temono sul futuro dei 500 interinali, che nel 2011 sono stati buttati fuori (termine giusto per quello che ci hanno fatto) dopo ben 4 anni, 45 interinali. Ci dicevano che ci avrebbero richiamati dopo il famoso periodo di crisi. Bene, sono passati 6 anni e ancora niente. Vorrei dire a loro che tra questi ci sono padri di famiglia e non semplici ragazzini appena diplomati. Prendessero delle posizioni precise e serie e non parole, parole, parole. Vorremmo anche noi delle spiegazioni visto che siamo stati lì dentro ben 4 anni e non 8-12 mesi. Sicuramente gireranno la frittata o si passeranno la palla per incolparsi a vicenda. Grazie comunque», un altro ex operaio, «Tutte le sigle sindacali sono firmatarie di un accordo dove l’azienda può prendere decisioni unilaterali, senza la loro approvazione. Ora mostrano interesse per voler tutelare gli interinali, quando a priori sono consapevoli di non averne il potere, perché vincolati da un patto che hanno firmato. Non dimentichiamo che gli stessi, agli ex interinali del 2011 hanno sempre affermato di non poter fornire alcuna tutela». Insomma, una critica chiara. Infine, arriva anche il monito del consigliere regionale Filippo Monaco (dipendente Fca). «Giusta la preoccupazione dei sindacati che in queste ore stanno mettendo in campo tutte le loro forze per far luce su una vicenda che, se fosse vera, avrebbe conseguenze pesantissime sull’economia della nostra Regione. Mi associo dunque alle rappresentanze sindacali nel chiedere immediatamente lumi sul futuro di molti degli impiegati nello stabilimento di Rivolta del Re. Dopo anni di buio, economia in ginocchio e mancanza di lavoro, la realtà Fiat è sembrata portare una boccata di ossigeno occupazionale. Ora, questo sarebbe davvero uno schiaffo ai tantissimi giovani molisani che con speranza e determinazione si affacciano al mondo del lavoro, fiduciosi nel poter gettare le basi del loro futuro nella propria terra senza esser costretti ad “emigrare” per realizzare i loro sogni».

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