I Giudici della Corte di Appello di Bari, su conforme richiesta della Procura Generale, in accoglimento della istanza dell’avvocato Antonio De Michele, hanno condannato lo Stato al pagamento di una cospicua somma per riparare l’ingiusta detenzione subita dall’avvocato Ruggiero Romanazzi, che era stato privato della libertà per oltre tre mesi. E’ la prima decisione riparatoria. alla quale faranno seguito altre.
L’inchiesta è quella di Black-hole e l’arresto del legale, già sottufficiale dell’Arma, avvenne nel maggio 2007, nel secondo filone scattato dalla Procura della Repubblica di Larino.
«Il rumore del tintinnare di manette ha finito per essere sovrastato… dallo scivolare silenzioso dei biglietti di banca – ha commentato De Michele – nonostante il successo giudiziario l’amarezza resta. La detenzione subita da Romanazzi, così come quella subita dagli altri destinatari di quella sciagurata misura, solo giuridicamente è stata riparata. La riparazione piena dovrebbe provenire da quei soggetti che innalzarono peana nei confronti di aveva chiesto e di chi aveva adottato la misura». «Sono passati oltre 10 anni da quel 14 maggio – ricorda De Michele – il processo che aveva portato alla sbarra ben 106 imputati è finito da tempo, senza che ci sia stata una condanna, che sia una. Ben 97 imputati sono stati prosciolti in sede di udienza preliminare da un Giudice, nonostante questi abbia potuto leggere le sole carte che avevano portato agli arresti e alla distruzione di carriere. Per i pochi rinviati a giudizio, nessuno dei quali faceva parte di quelli arrestati nella notte del 14 maggio, il processo è finito senza nessuna condanna. La montagna accusatoria non è stata in grado nemmeno di partorire il topolino delle favole. Un flop clamoroso. Spese a carico dell’erario per migliaia di inutili intercettazioni, spese inutili per carte, per supporti informatici, per notifiche. Centinaia di migliaia di euro dei contribuenti in fumo».

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