Intrigo internazionale per il ‘sequestro’ amministrativo subito nel pomeriggio di giovedì 22 febbraio, dal peschereccio termolese Nuovo Trenta Carrini, dell’armatore termolese e presidente della Op San Basso Basso Cannarsa. Il natante si trova in stato di fermo a Zagabria, sotto custodia dell’autorità marittima della Croazia, a causa del presunto sconfinamento nelle acque territoriali croate e non in quelle internazionali. Una battuta di pesca dai contorni particolari, dunque, anche se l’equipaggio sarebbe in buone condizioni. Già in contatto le autorità navali italiane con quelle del Paese transfrontaliero, finalizzate a ottenere il permesso di rientrare in Italia e in particolare al porto di Termoli. Quattro i marittimi costretti a stare lontano da casa. «Spero di risolvere la questione del fermo amministrativo in giornata». Così si esprimeva ieri l’armatore del peschereccio “Nuovo Trenta Carrini” Basso Cannarsa al Comandante della Capitaneria di Porto Sirio Faè. Il peschereccio della flottiglia termolese è stato fermato ieri pomeriggio dalle autorità croate perché sembrerebbe sorpreso a sorpreso a pescare nelle acque di loro competenza. La conferma giunge dall’autorità portuale che sottolinea come tale situazione si risolverà nell’arco di brevissimo tempo, entro domani. «Il fermo amministrativo dell’imbarcazione – ha spiegato Faè – è dovuto ad una presunta violazione delle norme in materia di pesca». Sul “Nuovo Trenta Carrini” sono imbarcate 4 persone: il comandante e tre pescatori. Tutti è quattro sono bloccati da ieri in Croazia ma hanno rassicurato telefonicamente sulla situazione. In caso di fermo amministrativo del natante si rischia una sanzione che ammonta da 2.500 euro a 15 mila euro. «Sono fiducioso in una rapida soluzione della vicenda», ha concluso il Comandante Faè.

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