Via libera ai sondaggi geologici sottomarini per la ricerca di idrocarburi nel mare Adriatico. Stavolta la giustizia amministrativa, in primo e secondo grado, spalanca le porte alle prospezioni da parte della società Spectrum, che aveva richiesto questo permesso al Mise. Il Tar del Lazio aveva respinto il primo ricorso da parte degli enti locali (la Regione Molise non si era costituita). Subito venne presentato l’appello, ma anche i giudici di Palazzo Spada, con sentenza dello scorso 8 marzo, si sono dichiarati a favore di questa ricerca. Le vicende amministrative relative all’odierno contenzioso traggono origine da un’istanza di pronuncia di compatibilità ambientale relativa al progetto di effettuazione del Programma dei Lavori collegato al progetto “Permessi di prospezione d 1 B.P.-SP e d 1 F.P.-SP situati nel mare Adriatico prospiciente le coste delle regioni Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia” presentata dalla Società Spectrum Geo Ltd (prot. DVA 2011-20236 del 8.8.2011), alla quale ha fatto seguito il decreto n. 103/2015, emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Mattm) di concerto con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact). Invero, il procedimento di Via, una volta espletata istruttoria, veniva definito mediante la formulazione di un giudizio positivo di compatibilità ambientale del progetto, subordinatamente al rispetto delle prescrizioni ivi dettate. Con ricorso giurisdizionale (R.G. n. 10309/2015) la Provincia di Teramo, i Comuni di Alba Adriatica, di Giulianova, di Martinsicuro, di Pineto, di Roseto degli Abruzzi, di Silvi e di Tortoreto impugnavano, chiedendone l’annullamento, i seguenti atti: decreto 103 del 3 giugno 2015 emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, recante la compatibilità ambientale del programma dei lavori presentato dalla Società Spectrum Geo Ltd. e collegato alle istanze di rilascio dei Permessi di Prospezione d 1 B.P-.SP e d 1 F.P-.SP per l’esecuzione di rilievi geofisici tramite la tecnica c.d. air-gun, su due distinte porzioni del mare Adriatico prospicienti le coste della Regione Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise (Istanza di Permesso di Prospezione d 1 B.P-.SP – Adriatico centro—settentrionale) e Puglia (Istanza di Permesso di Prospezione d 1 F.P-.SP ¬Adriatico meridionale) e ogni altro atto presupposto, connesso e/o consequenziale, ancorché non conosciuto e comunque lesivo. L’udienza pubblica c’è stata lo scorso 21 dicembre. Tra i motivi dirimenti di questo appello, il Consiglio di Stato evidenzia che alla luce di approfondimenti che mettevano in evidenza una minima interferenza col limite delle 12 miglia dalla costa, il Mise disponeva la riperimetrazione d’ufficio dell’istanza confermando al tempo stesso che il relativo “iter istruttorio potrà proseguire relativamente alla rimanente parte dell’area dell’istanza in quanto compatibile con quanto disposto dalla citata normativa ambientale”. Si è provveduto a riperimetrare l’area oggetto dell’istanza di Spectrum per garantire il rispetto del limite delle 12 miglia dalla costa, con la precisazione che il programma dei lavori collegato all’istanza di permesso di prospezione in questione “non prevedeva attività all’interno delle suddette aree marine e costiere protette e, pertanto, non si ravvisa la necessità di chiederne un aggiornamento a seguito della riperimetrazione d’ufficio”. Inoltre, il Collegio intende in primo luogo rilevare che l’istruttoria svolta dai Ministeri appellati appare nel complesso completa, articolata e rispettosa dell’iter normativo nella sua interezza, così come dagli atti impugnati emerge che la Commissione tecnica abbia sempre motivato in maniera sufficiente ed idonea in relazione alle criticità rappresentate nelle osservazioni rese dai soggetti interessati ai sensi dell’art. 24 d.lgs. n. 152/2006.

Un Commento

  1. Pio Bartolomeo scrive:

    Alle volte, chi tace acconsente….. ennesimo grazie a Frattura

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