In occasione della festa della “Madonna della Vittoria”, meglio conosciuta come “Madonna a Lungo”, si tiene il Terzo Pellegrinaggio. L’iniziativa consta in una marcia di fedeli che si muoverà partendo da piazza Duomo alle ore 6, con fermata intermedia di preghiera presso il santuario “Madonna delle Grazie” e arrivo previsto al santuario “Madonna della Vittoria” alle ore 7,45 e alle 8,00 si celebrerà la Messa del Pellegrino. Le altre messe durante la giornata si terranno alle 9,30 per tutti i defunti e i vivi amici del Santuario, alle 11,00 Messa per tutti, alle 16 messa con benedizione per i bambini; ore 18 Messa solenne di chiusura della festa. Poi con la speranza di poter avere sotto il profilo meteo una bella giornata, ci saranno le solite bancarelle di giocattoli, noccioline americane e altro. Indubbiamente nulla a che vedere di quello che accadeva decine e decine e più di anni fa quando il martedì dopo Pasqua era per i termolesi una festa più sentita della Pasqua stessa. Oggi in pratica ci si tiene principalmente al fare la visita devota alla Madonna della Vittoria, Madonna a lungo. Per spiegare meglio questo evento, abbiamo chiesto a don Benito Giorgetta, parroco di San Timoteo, di fornirci uno spaccato della ricorrenza. «Una tradizione tutta ed esclusivamente termolese quella della Madonna a lungo che si vive il martedì successivo la domenica di Pasqua. Nulla di liturgicamente ufficiale, ma solo un intuito e una tradizione termolese che, resistendo nel tempo e consolidandosi, fa parte del bagaglio religioso, culturale, e sociale della città e dei paesi limitrofi che approfittano per passare del tempo di svago unendolo ad una lunga e consolidata tradizione religiosa. La Madonna della Vittoria, come si chiama il santuario posto poco fuori la città a confine immediato con il territorio del comune di San Giacomo degli Schiavoni, sorge lì già dal 1545 unitamente ad un convento di frati cappuccini. Le cronache raccontano che proprio lì, in quel periodo d’invasioni turche, con coraggio e tenacia fu respinto un tentativo di sopraffazione da parte delle genti turche. Furono distrutti in parte il convento e il santuario, ma furono risparmiate vite umane. E’ facile associare questo scampato pericolo con la celebrazione annuale che ricordava il felice momento della respinta dell’avanzata degl’infedeli. Un antico quadro, raffigurante la Madonna della Vittoria, accoglie tutti coloro che, per nuclei familiari, singoli o in comitive ancora oggi, ogni martedì dopo Pasqua, si recano a fare una scampagnata e trascorrere del tempo nei pressi del santuario che viene visitato e offre la possibilità di partecipare alle Sante Messe che vengono celebrate in diverse ore del giorno per concludere con quella più solenne celebrata dal Vescovo diocesano che interviene, ogni anno, per salutare ed incontrare i tantissimi pellegrini e gitanti che ivi si recano. Una lettura teologica del pellegrinaggio ci offre lo spunto per accostarlo al grande pellegrinaggio della vita umana che si concluderà nella “Terra promessa”, di cui è anticipazione ed auspicio. L’antico popolo di Dio, che è la Chiesa di oggi, ha pellegrinato nel deserto anch’esso proteso verso la terra delle libertà e della prosperità. Nella ultra bi-millenaria storia della chiesa si conoscono i grandi pellegrinaggi verso Gerusalemme meta da tutti ambita e perseguita, ma anche verso tutti quei famosi santuari che sono stati eretti nel corso degli anni e che ponevano in evidenza quella dimensione di viatore che appartiene ad ogni uomo. Quando ci si fa pellegrini si esprime, nella fede, questa verità. La verità però è anche quella che oggi poco è rimasto di questo carattere sacro in quanto ha preso il sopravvento la dimensione ludica della scampagnata fuori porta e della passeggiata tra amici che vanno a trascorrere un pò di tempo insieme, nella spensieratezza e nello svago, soprattutto quando il bel tempo diventa complice. Per tentare di recuperare il senso originario del pellegrinaggio religioso e riproporre una lettura religiosa di una festa popolare, la parrocchia di San Pietro competente per territorio, organizza, specialmente in favore dei giovani dei pellegrinaggi di fede e preghiera. Un lodevole ed ammirevole tentativo di ridare un volto religioso a questa giornata che certo continuerà ad essere momento di svago, di festa, di scampagnata, ma anche arricchita della dimensione religiosa nell’esperienza pellegrinante e orante. E’ certamente importante, nel periodo liturgico della Pasqua, vivere in un santuario mariano, nell’ottava del grande giorno della risurrezione la compagnia di Maria la Madre di Gesù. Anch’Ella, protagonista di discepolato in un momento così particolare della vita del figlio, gioisce con coloro che lo hanno riconosciuto e seguito come discepoli. In questo modo alla scampagnata fuori porta si aggiunge il valore di una testimonianza eminentemente cristiana e pasquale. Dire al mondo di oggi che Cristo è veramente risorto e Maria, sua e nostra Madre, ci fanno compagnia nel cammino e ci attendono presso il santuario per accoglierci e donarci la speranza di una vittoria nelle nostre sconfitte personali, familiari, ecclesiali, civili, professionali, sentimentali è un’ottima occasione di evangelizzazione. Se questi sono l’impegno e la meta vale la pena metterci in cammino, casomai coltivando forte la speranza di conoscere quella vittoria che “a Madonn’ a ll’unghe” ci vuole far sperimentare».

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