Ci saranno anche le associazioni territoriali molisane, tra cui Trivelle Zero Molise da Termoli, alla Manifestazione #Sulmona21Aprile. Ad oggi 365 istituzioni ed organizzazioni schierate contro la deriva fossile e le opere impattanti, dalla centrale al gasdotto. Adesioni da tutta Italia, dalla Diocesi a 54 comuni, passando per tantissime organizzazioni contro gli 11 interventi principali tra stoccaggi, gasdotti, pozzi solo tra Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria e Molise. Tasselli di un progetto unitario, trasformare per i prossimi decenni il Belpaese nell’Hub del Gas europeo, un polo energetico degli idrocarburi, l’energia del passato. «Manifestiamo per la valorizzazione del Belpaese, per il risparmio, l’efficienza energetica, le nuove tecnologie e contro le opere “fossili” degli idrocarburi; scendiamo in piazza per difendere il territorio da opere dannose, costose e inutili come la centrale Snam di Sulmona e il “gasdotto dei terremoti” Sulmona-Foligno; contestiamo che in ltalia, il paese del sole, bellissimo per il patrimonio ambientale e naturale, con alta densità di popolazione e grandi problemi ambientali da risolvere, a forte rischio sismico e idrogeologico, siano realizzate grandi opere per la realizzazione dell’Hub del Gas avviando il paese verso il binario morto dell’energia fossile», così il Coordinamento No Hub del Gas Abruzzo che oggi in conferenza stampa ha presentato tutti i numeri della manifestazione che si terrà a Sulmona dalle 15 in poi a partire da Viale Togliatti con conclusione a Piazza Garibaldi. È un vero e proprio coro quello che si alzerà a Sulmona: «stop a progetti calati dall’alto come centrale e gasdotto, basta con le fossili e con le opere inutili e dannose, vogliamo il risanamento del territorio, da Bussi alla qualità dell’aria, la prevenzione sismica per ospedali e scuole, la valorizzazione turistica e la protezione della salute e dell’ambiente». Sono ben 11 gli interventi in terra e in mare solo tra Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise che rientrano pienamente in una strategia più vasta, la trasformazione dell’Italia nell’Hub del Gas. Tanti tasselli di un progetto che viene presentato in maniera spezzettata per non avere una forte opposizione e senza neanche una Valutazione Ambientale Strategica a livello nazionale per evitare qualsiasi discussione pubblica sull’effettiva utilità per gli italiani e sui rischi connessi. Si pensi che, in realtà, il gasdotto Sulmona-Foligno è solo uno dei 5 tronchi del gasdotto Rete Adriatica che dovrebbe percorrere l’intera dorsale appenninica nelle aree a maggior rischio per oltre 600 km, attraversando anche aree fondamentali per l’acqua come quella appena retrostante le Sorgenti del Pescara, una delle riserve idriche più grandi in Europa. In realtà a sua volta si lega indissolubilmente con il contestatissimo Tap in Salento e con un ulteriore bretella Snam di 55 km. Stoccaggi, pozzi di estrazione, gasdotti, prospezioni petrolifere su larga scala in mare che elenchiamo qui con una breve descrizione delle loro principali caratteristiche. Tanti i rischi connessi, da frane a esplosioni, da emissioni in atmosfera con danni locali e generali per i cambiamenti climatici, dai sismi indotti alla perdita di biodiversità, dalla subsidenza all’impatto sulla salute per i cittadini, dal danno al turismo a quello slla pesca. Invece sono tanti profitti per chi realizza e gestisce le opere per estrarre, stoccare e far transitare il gas verso il Nord Europa con la beffa che a pagarle siamo noi con le bollette! E’ il frutto avvelenato di una politica governativa finora schierata con petrolieri ed affini guardando agli interessi del passato che non vogliono tramontare nel paese del sole, che non vogliono far vedere il presente e voltare il paese verso le tecnologie che già oggi stanno cambiando il volto dell’economia mondiale. Il consumo di gas in Italia ha avuto il picco nel 2005 e la rete esistente è sovra-dimensionata.
Le comunità si rimettono in marcia dopo aver sconfitto, all’ultimo secondo utile dopo lotte di dieci anni, Centro oli di Ortona e Ombrina, prove che l’unica lotta che si perde sicuramente è quella che non si combatte. In queste settimane abbiamo svolto più di 25 incontri sul territorio nella carovana No Hub del Gas. «Noi ci siamo e invitiamo tanti cittadini a partecipare in questa bella lotta per la difesa del nostro patrimonio e della nostra salute».

 

Ma la Snam precisa: non ci saranno mostri

In merito all’articolo “A Guglionesi ci sono i ragazzi No Snam: battaglia al gasdotto” pubblicato su Primo Piano Molise desideriamo precisare che il progetto Rete Adriatica è strategico per il nostro Paese, in un contesto di declino della produzione nazionale di gas (già oggi inferiore al 10% del fabbisogno) e di aumento dei consumi (+6% circa nel 2017 rispetto all’anno precedente). Non parliamo di un “mostro” né di “cisterne che andranno a contenere il gas”, bensì della realizzazione di cinque metanodotti distinti (due dei quali già in esercizio) funzionalmente autonomi e indipendenti, interrati e sicuri, i cui lavori – peraltro – non ricadranno in alcun modo sui territori del Molise. Snam opera in Italia da oltre 75 anni e realizza infrastrutture del gas seguendo le più rigorose normative internazionali, anche sulla sismicità. In Italia oggi ci sono 34mila chilometri di metanodotti, 1.000 dei quali in Abruzzo: in occasione dei principali eventi sismici degli ultimi 40 anni, dal Friuli all’Irpinia, dall’Abruzzo all’Emilia, le opere non hanno mai subito danni e non si sono mai verificate interruzioni delle forniture. Non ci sarà alcuna “deturpazione paesaggistica”: al termine dei lavori Snam effettua da sempre attività di ripristino delle condizioni naturalistiche e paesaggistiche originarie. Infine, non corrisponde al vero l’affermazione secondo la quale Rete Adriatica sarebbe funzionale alla vendita di gas all’estero, con “un probabile aumento delle bollette”. Al contrario, il progetto è funzionale alla copertura del fabbisogno energetico del Paese nel medio-lungo termine e all’aumento dell’affidabilità e della sicurezza del sistema italiano di trasporto, con benefici anche sui costi finali dell’energia per i consumatori. Snam è un puro operatore infrastrutturale e non si occupa di vendita di gas.

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