Quale futuro per lo stabilimento Fca di Termoli? Quale svolta verso il segmento Premium da parte di Sergio Marchionne? Domande alle quali oggi si darà (si spera) risposta nel cosiddetto Investor Day, dove il top manager che è in procinto di lasciare la guida del gruppo illustra il piano industriale dei prossimi 5 anni. Su questo appuntamento, dove ci sono aspettative enormi e anche qualche timore, vista la gamma di prodotti attualmente sfornati da Rivolta del Re, è intervenuto il numero uno della Fismic-Confsal, Roberto Di Maulo, che evidenzia come la Fca abbia il debito azzerato, ma la piena occupazione in Italia è un obiettivo ancora da raggiungere.
«Oggi il Ceo della Fca presenterà il nuovo piano dell’Azienda per i prossimi anni. Abbiamo grandi aspettative per l’Investitor Day di Balocco di domani. Tra i dati maggiormente positivi sicuramente ci sarà la notizia dell’azzeramento del debito, che potrà dare un importante impulso finanziario in vista degli investimenti che si renderanno necessari.
Tra gli annunci che ci creano problematiche c’è la sicura alienazione di Magneti Marelli e Comau che genereranno nuove risorse finanziarie, ma che ridurranno il perimetro industriale del gruppo. Soprattutto ora che c’è bisogno di competenze tecnologiche per il passaggio all’ibrido e all’elettrico, competenze oggi presenti in Magneti Marelli».
Il punto più complicato, spiega Di Maulo, «è il mancato raggiungimento della piena occupazione negli stabilimenti italiani prevista dal precedente piano per questo anno. Certo, sono state fatte molte cose. In questi quattro anni, la Fca ha generato oltre 5mila nuove assunzioni dirette in Italia e oltre il doppio considerando l’indotto di primo livello, ma il probabile annuncio dell’abbandono della produzione di vetture di massa in Italia e della produzione di motori diesel a partire dalle piccole cilindrate crea delle zone d’ombra che vanno chiarite al più presto, soprattutto, ove si tenga conto della fine delle possibilità di usufruire di ammortizzatori sociali negli stabilimenti dove è maggiore la sofferenza. Così come abbiamo fatto insieme agli altri sindacati partecipativi nel 2010 e nel 2014, oggi occorre che l’azienda inizi a dare certezze produttive ed occupazionali al polo produttivo di Torino, agli stabilimenti dove si producono motori diesel (Cento e Pratola Serra), ma soprattutto che si dia risposta a Melfi che perderà la produzione della Punto e a Pomigliano che vedrà la fine della Panda entro gli anni di piano».
«La Fismic Confsal condivide la strategia aziendale di produrre in Italia solo vetture premium dei marchi Jeep, Maserati e Alfa, così come quella di passaggio a motorizzazioni ibride ed elettriche, ma chiediamo che a partire dalla presentazione del Piano di domani si diano certezze occupazionali ai lavoratori italiani che tanta parte hanno avuto sul rilancio del gruppo Fca nel mondo», conclude.

La Fiom non ci sta e ha organizzato il suo Workers day

Nel giorno dell’Investor day della Fca, la Fiom-Cgil Abruzzo e Molise alle ore 9.30, presso il Patto Territoriale di Santa Maria Imbaro, via Nazionale, ha organizzato un’iniziativa interregionale promossa dalla Fiom Nazionale in tutti gli stabilimenti Fca, Cnh e Magneti Marelli dal titolo Workers Day. L’iniziativa mette al centro della discussione il futuro di Fca in Italia e di conseguenza nei territori di Atessa, Termoli e Sulmona. I temi principali della discussione e delle rivendicazioni sono: l’occupazione, gli investimenti, l’innovazione, la contrattazione e la democrazia. La Fiom-Cgil. vista l’importanza dell’iniziativa e dei temi, invita a partecipare tutti i Parlamentari eletti in Abruzzo e Molise, i Rappresentanti delle regioni e i sindaci dei territori interessati. «Quale futuro?», si chiedono Michele De Palma, Gianni Rinaldini, Davide Bubico, Sandro Del Fattore, Alfredo Fegatelli, Giuseppe Tarantino, Davide Labbrozzi, Elvira De Sanctis e i delegati dei tre plessi industriali di Atessa, Termoli e Sulmona. Moderatrice la giornalista Leda D’Alonzo.
«A quattro anni di distanza dall’ultimo investor day – continua la nota – gli obiettivi di valorizzazione degli asset, di aumento degli utili e dei ricavi e di progressiva cancellazione del debito industriale sono stati raggiunti.
Non sono, invece, stati raggiunti gli obiettivi comunicati in tutti i piani industriali e occupazionali che si sono susseguiti, dal 2010 ad oggi. Come si può evincere dalle slides presentate oggi, non sono stati messi in produzione 15 modelli su 27 annunciati; sono state prodotte nel 2017 circa 750mila auto, mentre l’obiettivo era di arrivare a 1 milione e 400mila auto, quindi ne sono state realizzate la metà. E anche l’obiettivo della piena occupazione non è stato raggiunto.
In questi anni la Fiom è stata esclusa dal confronto, esclusa dalle elezioni dei delegati, ma nonostante tutto in tutte le elezioni libere la Fiom è la prima organizzazione sindacale in Fca, Cnhi e Magneti Marelli per il voto degli Rls, come nell’ultima consultazione nello stabilimento di Melfi.
La Fiom chiede l’apertura di un tavolo nazionale unitario con la direzione del gruppo per realizzare un accordo sul piano occupazionale che rioccupi tutti investendo negli enti centrali, a partire dalla ricerca e sviluppo, fino ai reparti produttivi. E’ necessario cogliere il cambiamento. La Fiom ritiene essenziale che negli stabilimenti italiani siano allocate produzioni che vadano dal premium al mass market, dalle auto eco – gas, gpl, ibride ed elettriche – al self drive.
Da oggi inizia la mobilitazione per il lavoro, l’unione tra i lavoratori e la contrattazione», conclude la nota.

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