Sottrazione e occultamento di atti pubblici in concorso. Sono questi i reati contestati dalla Procura della Repubblica di Larino ad un 44enne sottufficiale della Capitaneria di porto di Termoli e a un commerciante di prodotti ittici pugliese di 51 anni.
Entrambi al termine delle indagini sono stati colpiti da una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari ed aspettano adesso di essere interrogati dal giudice per le indagini preliminari che ne dovrà convalidare il fermo. I fatti sono stati illustrati ieri pomeriggio in conferenza stampa dal procuratore capo Antonio La Rana. Cinque mesi sono occorsi per capire chi all’interno della Capitaneria di porto avesse fatto sparire documenti attestanti una sanzione di venticinquemila euro inflitta al commerciante pugliese che è sparita dagli archivi del comando circa un anno fa. Il 44enne sottufficiale di origine pugliese probabilmente non sapeva che nello stesso comando tutti i documenti erano conservati anche in formato digitale. E a gennaio, al momento dei dovuti riscontri, quei documenti cartacei non sono stati più trovati. La denuncia alla Procura è partita dalla stessa Capitaneria di porto che insieme alla Guardia di finanza di Larino è stata poi delegata anche alle indagini del caso. Nello specifico era sparito il verbale di sequestro che attestava l’acquisto di 168 chili di merluzzo sotto misura, e quindi non commerciabile, e l’ingiunzione di pagamento che era scattata cinque mesi or sono. Un acquisto che tra le altre cose era stato eseguito senza fattura e quindi non tracciabile. Le ordinanze di custodia sono state eseguite ieri mattina e pare che il sottoufficiale della Capitaneria di porto di Termoli abbia accusato un leggero malore alla vista dei militari della Guardia di finanza e dei colleghi. Sono state perquisite anche le abitazioni di entrambi i fermati. Al momento le indagini proseguono per capire se si sia trattato di un singolo episodio e per verificare i rapporti tra il sottufficiale ed il commerciante di prodotti ittici. Il procuratore La Rana ha voluto lodare la professionalità della Capitaneria per come si è comportata in tutto l’arco delle indagini. «In realtà – ha spiegato il procuratore capo Antonio La Rana – è una collaborazione alla quale ho sempre creduto quella tra le varie forze dell’ordine, fin da quando sono entrato in legislatura. Si è resa possibile in questo caso grazie alla grande professionalità della Capitaneria di Porto che non solo ha rilevato l’anomalia, ma ha poi allargato alla Guardia di finanza la fase delle indagini». A quanto pare però nell’inchiesta sarebbero finite alche altre persone. «Ci sono altri tre indagati – ha concluso La Rana – sul quale c’è attualmente riserbo perché sono in corso nuove indagini. Mirano a verificare se il controllo sulla normativa in materia di pesca sia stato fatto sempre in maniera precisa e puntuale».

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