Sono stati presentati dalla segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, dalla segretaria generale della Fiom Francesca Re David insieme a Davide Bubbico e alle Fondazioni Claudio Sabattini e Giuseppe di Vittorio i primi dati di un’inchiesta sulle condizioni di lavoro negli stabilimenti Fca, Cnhi e Magneti Marelli. I questionari raccolti sono stati circa 10mila, ovvero circa il 20% della platea operaia di riferimento dei 54 stabilimenti coinvolti nell’inchiesta. Si tratta di un risultato molto significativo soprattutto se si considera che in quasi tutti gli stabilimenti si è superato l’obiettivo minimo del 10% sul totale degli operai raddoppiandolo. L’obiettivo dell’inchiesta è fare un bilancio coinvolgendo direttamente i lavoratori a otto anni dal cambiamento dell’organizzazione del lavoro e del sistema contrattuale con l’applicazione del Contratto Specifico di Lavoro (Ccsl) e del modello organizzativo World Class Manufacturing (Wcm). «Dall’inchiesta emerge che negli ultimi anni la percezione dei lavoratori è che le condizioni di lavoro negli stabilimenti di Fca, Cnhi e Magneti Marelli sono peggiorate per 6 lavoratori su 10 (il 59,7%). Solo l’11,9% le giudica migliorate. Pesano soprattutto i carichi di lavoro, dei quali il 43,1% dei dipendenti Fca esprime un giudizio estremamente negativo a fronte del 9,7% che vede un netto miglioramento. Visti gli alti carichi, i tempi di lavoro sono poco o per nulla sostenibili secondo il 46,2% del campione, ma dobbiamo anche registrare che una parte dei lavoratori ritiene migliorata la situazione ergonomica. E’ invece interessante constatare come l’obiettivo della partecipazione alla vita aziendale non trova conferma nell’indagine, infatti solo il 22% dichiara di aver preso parte alle riunioni di team. Dallo studio emerge che il salario è considerato insufficiente dal 60,9% dell’insieme dei lavoratori e del tutto insoddisfacente dal 16,4%. Ancora più duri sono i giudizi sul bonus, che per il 44,7% e insoddisfacente e del tutto insoddisfacente per il 38,1%. A partire dai risultati dell’inchiesta la Fiom, formulerà una piattaforma con il coinvolgimento dei delegati e dei lavoratori che sarà proposta alla scadenza del Ccsl. La Fiom ritiene, soprattutto per i risultati raggiunti nell’elezione degli Rls, indispensabile un tavolo unitario con l’azienda per poter affrontare e risolvere i problemi delle condizioni di lavoro e contrattuali. A quasi un mese dall’investor day, non c’è un piano industriale e un confronto su quello occupazionale. Permane l’incertezza sul futuro assetto societario della Magneti Marelli, che invece sul piano industriale e occupazionale sta raggiungendo risultati positivi, anche grazie al lancio del motore elettrico. Mentre gli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano d’Arco non hanno ancora una definitiva missione produttiva che garantisca il lavoro per tutte le maestranze. Inoltre preoccupano gli effetti del cambio di mercato sul diesel e sulla riduzione delle emissioni che potrebbero impattare negativamente sugli stabilimenti di motori di Cento e Pratola Serra. La Fiom propone la riapertura del tavolo già avviato con il Ministro dello Sviluppo Economico sull’automotive. Ulteriore preoccupazione per gli stabilimenti italiani risiede inoltre nel rischio che eventuali dazi sull’importazione di auto dall’Italia agli Usa possa avere effetti negativi sugli stabilimenti di Torino, Cassino e in particolare per Melfi, che nel 2017 hanno prodotto circa 136mila auto per il mercato a stelle e strisce. E’ indispensabile che il Governo avvii in tempi brevi un tavolo per sviluppare sinergie positive per l’occupazione a partire dagli investimenti sull’innovazione e produzione in Italia». Lo dichiara in una la Fiom-Cgil.

2 Commenti

  1. gilgamesh scrive:

    Tavolo ministeriale ? Chiamiamo anche la Merkel ?

  2. Gil Upnatistim scrive:

    Avrete un tavolo da ping pong.

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