L’amministrazione comunale di Termoli imprime la svolta positiva e pur senza il sostegno del capogruppo dem e segretario di circolo Antonio Sciandra, che ha preferito lasciare la seduta proprio all’avvio della discussione sulla variante al Piano regolatore mette in cassaforte l’adozione della modifica parziale, mitragliando le 24 osservazioni con un obice da 15 millimetri, tanti i consiglieri di maggioranza, contro i soli 5 esponenti residui delle minoranze. Il d-day ha consumato il momento più atteso, nel primo pomeriggio di ieri, alle ore 14.50, quando nella sala consiliare del Comune di Termoli sancito il via libera al piano di riqualificazione del centro storico. E’ finita 15 a 5, per tutte e 24 le osservazioni presentate, la battaglia in Consiglio comunale sulla variante al Prg del Tunnel. Mentre per il voto complessivo l’opposizione non ha partecipato al voto. E’ finito così l’iter amministrativo comunale, parola alla Regione Molise ora, che avrà 90 giorni per rispondere. In tarda mattinata si avvia l’iter di discussione e approvazione della variante al Prg, documento urbanistico propedeutico e fondamentale per la realizzazione del piano di riqualificazione del centro storico. Subito Sciandra lascia la seduta, d’altronde la sua posizione sul Tunnel l’ha fatto estromettere dalla maggioranza, anche se continua a sedere sempre sugli scranni del Pd. Prima a parlare la presidente Vigilante, che ha letto il corpo della proposta di delibera e quindi l’assessore Gallo ha cominciato a snocciolare tutte le osservazioni presentate e già bocciate nella Terza commissione. Una lettura che ha portato via ben oltre un’ora. In un primo momento, divulgando testo e contro-deduzione del Rup Mandrile, dopo una eccezione posta da Marone, solo limitandosi al contenuto dell’osservazione. Vigilanza a fine maratona ha ringraziato Gallo per la lettura e alle 14 inizia il dibattito.
Subito la dichiarazione generale di voto di Marone per l’intera minoranza: «Non partecipiamo al voto, perché abbiamo dubbi di legittimità, non siamo concordi sulla discussione unica e altre criticità le rileviamo nell’asseverazione finanziaria». Infine, dubbi anche sull’applicabilità sulla disciplina normativa sulle espropriazioni e l’espressione della commissione congiunta Terza-Quarta in prima adozione. «Sotto il profilo politico siamo in disaccordo sul progetto e vantiamo dubbi di legittimità sulle procedure», ha spiegato il consigliere amministrativista, a cui replica dalla maggioranza Di Tella, che riepiloga il lavoro fatto in Commissione, affrontando osservazioni non pertinenti e annuncia il voto a favore sulla variante del Prg.
La parola giunge poi Di Michele. Lui parte lontano, molto da lontano, dal Referendum e poi discute su progetto e convenzione, della durata trentennale e sui parcheggi privati e pubblici. Contesta o settori in diritto di superficie a tempo indeterminato, definisce De Francesco asso pigliatutto, con aree esterne e pertinenze in proprietà. «Noi cittadini ci fidiamo e sbagliamo. Mi fate incazzare, altro che la dittatura che vi ho promesso stamani. Voi siete una dittatura silenziosa», col sindaco che fuori microfono replica punto su punto. Infine, pone una critica al doppio senso di marcia in via Mario Milano, che finirà a suo dire senza stalli di sosta e alberi. Rivolge la critica sulle contro-deduzioni di Mandrile, «non può rispondere da politico, io ho speso 40 euro per avere le carte (e le agita in aula)». Poi, divagando, Nick Di Michele spara: «non mi ricandiderò a sindaco e sono bugiardo quanto lo siete voi».
Si avvia alla conclusione, convinto di una cosa, «che nel vostro programma striminzito da una pagina e mezza non c’era questo progetto. Faremo di tutto affinché non deridiate la città, che non vi merita e non merita questa riqualificazione. Fino ad ora avete fatto poco e male e ora vi apprestate a fare la peggiore di tutte. Appena arriverà la prima ruspa pronta a bucare la città, ve ne dovrete andare. Renderete il centro di Termoli come Kabul, colmo di macerie, per realizzare un’opera che non serve a nulla e la città non vivrà più». Di Michele chiude additando a suo dire i responsabili: Caruso, Gallo, Sbrocca e Mandrile. Dopo Di Michele, interviene Paradisi: suo un discorso a carattere più generale, che lo vede partire dagli ultimi 40 anni, dove si sono consumati a suo dire scempi amministrativi. «Ma noi vogliamo una città aperta ai cambiamenti, vocata alla modernità, attraverso un codice genetico e tratti distintivi peculiari. Perché farlo così questo progetto? Miglioriamolo, rivediamo l’opera». Ma questo appello cade nel vuoto. Ultima parola all’assessore all’Urbanistica Gallo. Lui tiene a precisare che l’amministrazione Sbrocca non abbia mai chiuso il dialogo a nessuno. «Noi abbiamo chiesto il confronto ai cittadini, ma da alcune parti ci è stato negato. Anche al dibattito pubblico ci abbiamo provato e l’opera è stata migliorata, basti considerare la sala dell’auditorium. Ma non ci è nemmeno arrivato un invito al confronto, gli altri sono sfuggiti a questo». Infine, parla di Mandrile, «ha risposto in linea tecnica, sulla delibera di variante. Noi abbiamo piantato più alberi di tutti». Quindi si procede alle 24 votazioni singole, tutte 5 a 15, e quella doppia finale, con la sola partecipazione al voto e l’approvazione da parte della maggioranza.

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