Nella mattinata di oggi, nel tratto di mare antistante la cittadina di Termoli, all’altezza del lungomare nord, i carabinieri hanno recuperato sul fondale un ceppo d’ancora in piombo, del peso di quasi quattro quintali, di elevato interesse archeologico poiché pertinente ad una nave oneraria dell’età imperiale, risalente al I secolo a.C. – I secolo d.C.. L’operazione è stato condotta dai sommozzatori del Nucleo Subacquei Carabinieri di Bari, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio culturale del capoluogo pugliese e da quelli della motovedetta in dotazione alla Compagnia Carabinieri di Termoli, tutti coordinati dal Capitano Francesco Maceroni. La bellissima operazione di recupero, che è stata ovviamente concordata con la Soprintendenza dei Beni Archeologici del Molise, è stata effettuata nell’ambito del progetto di archeologia subacquea denominato “da Atlantide a Buca, da Egnazia a Tremiti, da Saepinum-Altilia a Filopoli: archeologia, mito, mare, storia, cibi, sapori, spezie” attuato dall’Istituto Alberghiero “Federico di Svevia” di Termoli. Il reperto archeologico è stato affidato in custodia all’Istituto Alberghiero.

Già nel mese di maggio dell’anno scorso, i militari del Nucleo Subacquei di Bari e della Compagnia Carabinieri di Termoli, nello stesso tratto di mare, recuperarono un altro ceppo d’ancora in piombo, del peso di tre quintali, pure risalente all’epoca romana. In quella occasione il recupero del reperto archeologico venne condotto nell’ambito del progetto di archeologia subacquea denominato “Atlantide salus in acquis: archeologia, acqua e storia da Saepinum-Altilia a Guardialfiera, da Buca a Tremiti” attuato da alcuni istituti scolastici del Molise.

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