Occorrerà attendere ancora due settimane per sapere l’esito dei ricorsi – almeno nella parte di richiesta della sospensiva cautelare – sul progetto del Tunnel a Termoli. Gli atti amministrativi sfornati a getto continuo da parte dell’amministrazione comunale di Termoli, non ultimo l’aggiudicazione definitiva del project financing alla ditta De Francesco. Per cui, avendo notificato i motivi aggiunti negli ultimi giorni di novembre, i legali dell’amministrazione hanno chiesto i termini adeguati e quindi il collegio ha dovuto rinviare la discussione al 19 dicembre, ultima seduta dell’anno solare, concedendo in questo caso la riduzione dei termini stessi, altrimenti si sarebbe slittata a gennaio la nuova udienza. Insomma, ancora una volta il Comitato No Tunnel insieme al Consigliere comunale M5S Nicolino Di Michele e la Fiba-Confesercenti, hanno ravvisato la necessità di impugnare anche gli ultimi provvedimenti amministrativi con la proposizione di un ricorso per motivi aggiunti. In tale contesto verrà pertanto presentata una nuova richiesta di sospensiva dell’intera procedura che sarà discussa nella prossima sessione di udienza.
Con la proposizione dei motivi aggiunti verranno reiterati tutti i motivi di illiceità e di illegittimità già avanzati con il ricorso originario.

Referendum negato in Consiglio, comitati sempre più delusi

Ancora viva l’eco dell’ultimo Consiglio comunale, dove oltre al tema centrale della Fondazione Macte, c’era stato anche un tentativo di riportare in aula la questione referendum sul progetto del Tunnel.
Sull’ennesimo respingimento, «il Comitato e il Coordinamento Referendario denunciano con forza l’ennesima puntata di questa brutta fiction che tiene banco a Termoli ormai da quasi tre anni, alla quale i cittadini presenti al Consiglio Comunale di ieri mattina hanno potuto assistere in diretta.
Ma anche chi non ha potuto recarsi in Comune (la maggioranza dei termolesi, dato che ormai si discute e si decide solo nelle prime ora del mattino, in modo che ben pochi possano partecipare) ha appreso immediatamente dell’ennesima bocciatura del referendum popolare sul tunnel, ancora una volta con la risibile motivazione dei fondi mancanti per la sua realizzazione. Mentre i circa centomila euro per la validazione dello sciagurato progetto, e per altre variazioni di bilancio, si trovano senza problemi…
Senza alcuna vergogna viene quindi ripetuto a chiare lettere che per la democrazia non ci sono soldi: ci dispiace, ma costa troppo. Coinvolgere i cittadini nello stravolgimento totale e inutile della loro città è un lusso che non ci si può permettere; dare attuazione agli strumenti democratici di consultazione che lo statuto comunale prevede significa evidentemente buttare i soldi dalla finestra. E come altre volte, si è trovato addirittura il modo per non discutere nemmeno la proposta di delibera, ricorrendo a pregiudiziali che impedissero l’apertura del dibattito. E’ mancato solo che qualche consigliere o assessore dicesse chiaramente: Non ci scocciate più, l’avete capito o no che non vogliamo neanche perdere tempo a parlare di questo tema?
Assistiamo da quasi cinque anni a consigli comunali che andrebbero proiettati in corsi di formazione amministrativa come esempio negativo di gestione democratica del potere locale. Nemmeno il richiamo (per altro abbastanza flebile) della Regione sulla necessità di interpellare i cittadini ha sortito alcun effetto, o prodotto ripensamenti nella granitica compagine che sta allegramente consegnando Termoli nelle mani dei privati per i prossimi trenta, o novanta, anni.
Troviamo altamente offensivo, antidemocratico e decisamente inquietante l’assoluto disprezzo dimostrato ancora una volta da questa amministrazione, che del project financing e dell’urbanistica contrattata ha fatto la sua bandiera, nei confronti degli abitanti di questa sventurata città; che certamente nei decenni passati è stata massacrata in vario modo, ma che non aveva mai dovuto fronteggiare un assalto alla diligenza così diversificato e spregiudicato.
L’ennesima prova di questo atteggiamento è apparsa oggi evidente nella votazione che ha approvato la bozza di statuto della istituenda Fondazione pubblico-privata (molto più privata che pubblica, ovviamente) che dovrà gestire le duecento è più opere d’arte contemporanea orgoglio della città, di valore altissimo e in molti casi sotto vincolo della Sovrintendenza alle Belle Arti.
Il Comitato e Coordinamento Referendario fanno appello ai cittadini perché ricordino punto per punto come in questi cinque anni sia stato condotto un attacco senza precedenti al patrimonio pubblico materiale e immateriale di Termoli, partendo dal Grande Scempio per arrivare ora all’esproprio dell’arte, patrimonio collettivo per eccellenza.
La memoria è indispensabile per fermare questa deriva e invertire la rotta, impedendo ulteriori danni. Ma è necessario che i cittadini comprendano che i beni comuni costituiscono l’identità di una popolazione, e che perderli significa abdicare alla propria sovranità. Perché come scrisse Montesquieu, l’apatia dei cittadini è per il bene pubblico non meno grave della tirannia di un principe».

Ma c’è chi non si arrende, nuova Pec sulla procedura alla Regione

Nuova pec ufficiale a firma di Ciro Stoico sulla Finanza di progetto per la realizzazione di un sistema integrato per la viabilità e mobilità sostenibile del Comune di Termoli.
Seguito: note pec del 19 settembre 2018 e del 22 novembre 2018.
Riferimenti: nota del Direttore del IV Dipartimento, Arch. Giarrusso, prot. 137250/2018 e nota del RUP dell’intervento in oggetto, Arch. Mandrile, prot. 57497/2018.
In relazione all’oggetto si rappresenta quanto segue.
– Con nota prot 137250/2018, il Direttore del IV dipartimento ha formulato al RUP dell’intervento alcune richieste, tra le quali, il Verbale di verifica e validazione del livello di progettazione secondo le procedure previste dell’art 153 del D.lgs n 163/06, richiamando tutte le autorizzazione, pareri e i nulla osta necessari per la cantierabilità dell’opera.
– In riscontro, il RUP, con nota prot. 57497/2018 per giustificare l’assenza, a quella data, dei verbali di verifica e validazione ha invocato il rispetto del comma 2 dell’art. 26 del D.Lgs. n. 50/2016, secondo il quale “ .. nei casi in cui è consentito l’affidamento congiunto di progettazione ed esecuzione, la verifica della progettazione redatta dall’aggiudicatario ha luogo prima dell’inizio dei lavori.
– Con nota del 31.10.2018, assunta al protocollo del Comune di Termoli al n.57330/2018 (allegata), la aggiudicataria Ditta De Francesco ha comunicato al RUP dell’intervento di aver dato avvio al procedimento per l’individuazione di soggetto abilitato cui affidare a spese proprie l’attività di verifica del progetto, ai sensi dell’art. 26, comma 2, del D.Lgs. n. 50/2016.
– Con determinazione a contrarre n 2252 del 28/11/2018 il Segretario Generale del Comune di Termoli, dott. Vito Tenore, ha avviato la procedura negoziata senza bando, di cui all’art. 36, comma 2, lettera b, del D.Lgs. n. 50/2016, per l’affidamento del servizio di verifica, ai sensi dell’art 26 del D.lgs 50/2016, finalizzata alla validazione del progetto in oggetto e, contestualmente, ha approvato l’avviso pubblico e la lettera d’invito.
Sulla scorta della precedente narrativa si espongono le seguenti considerazioni.
– Sulla ipotizzata inapplicabilità del D.lgs 50/2016 al procedimento in oggetto si è avuto già modo di argomentare nella precedente nota pec del 22.11.2018.
– Che la verifica e la validazione, ma soprattutto la conferenza di servizi, dovessero essere fatte sul progetto preliminare, presentato dal promotore prima dell’indizione della gara (dicembre 2015), scaturisce ineluttabilmente dal rispetto degli artt. 97 e 153, comma 19 del D.Lgs. n. 163/2006, nonché dall’art. 14bis, comma 1 bis della Legge n. 241/1990 (il quale, nel testo vigente a quella data, per le procedure di finanza di progetto, prevedeva espressamente che la conferenza di servizi venisse sempre indetta per il rilascio di tutti i pareri e nulla osta da parte degli enti competenti sul progetto preliminare da porre a base di gara). Lo stesso Sottosegretario di Stato, Dorina Bianchi, in risposta ad una interpellanza presentata dal senatore Castaldi, non solo confermava le criticità contenute nel parere NEGATIVO espresso dalla Soprintendenza all’opera di riqualificazione del centro cittadino, ma precisava che i pareri andavano chiesti preventivamente all’indizione della gara. D’altra parte, sull’obbligo delle pubbliche amministrazioni di indire una conferenza preliminare di servizi con il compito di esprimersi sulla base del progetto preliminare da porre a base di gara si è chiaramente espressa anche l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici con il documento di consultazione dell’ottobre 2013 e successivamente l’Autorità Nazionale Anticorruzione con la determinazione n. 10 del 23.09.2015.
– Appare palese la contraddizione dell’Amministrazione che, pur affermando la competenza dell’aggiudicatario nel sub procedimento della verifica, ed essendo a conoscenza dell’avvenuto avvio di tale sub procedimento da parte della Ditta De Francesco, provvede ad avviare motu proprio la procedura per l’affidamento del servizio di verifica, in contemporanea a quanto fatto dall’aggiudicatario.
– Non si comprende perché la determinazione a contrarre n. 2252/2018 sia stata emessa dal Segretario Generale e non dal Dirigente del servizio competente, peraltro coincidente con il Rup, Arch. Mandrile.
– La D.D. n. 2252/2018 risulta priva di impegno di spesa e parere contabile.
Alla luce delle apprezzate iniziative poste in essere dall’Amministrazione Regionale per garantire che la procedura approvativa dell’intervento in oggetto si sviluppi nel pieno rispetto della normativa vigente, si ritiene, ad ogni buon fine, di portare a conoscenza delle SS.LL. le superiori informazioni e considerazioni.

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