Indignazione istituzionale e civile, quella seguita a Termoli da amministratori e cittadini, dopo l’atto vandalico compiuto contro la statua di Benito Jacovitti, per fortuna a tempo di record, gli autori sono stati individuati e ora ne risponderanno penalmente e civilmente. Nella notte tra il 27 e il 28 è stata gravemente danneggiata la statua bronzea dedicata a Benito Jacovitti collocata lungo il corso Nazionale. L’amministrazione comunale ha immediatamente inteso procedere per identificare i responsabili del gesto sconsiderato e per procedere nei loro confronti. Attualmente le indagini, condotte dalla Polizia Municipale di Termoli grazie a strumentazione elettronica, sono in corso e sono state identificate le persone che hanno causato un danno non solo alla società ma anche all’erario di tutti i cittadini di Termoli dato che la riparazione della statua avrà un ulteriore costo che graverà sulla spesa pubblica. A breve i responsabili saranno denunciati alla Procura della Repubblica. Su questo episodio è intervenuto anche il presidente dell’ordine degli psicologi, Nicola Malorni. «La regressione del sentimento di civiltà nelle nostre città. Mai avrei immaginato di osservare tanta crudeltà verso la bellezza della civiltà. Sono solidale con Michele Carafa, artista che ha realizzato la scultura di straordinaria bellezza dedicata al grande Jacovitti a Termoli. Altri atti vandalici sono stati compiuti verso immagini simboliche della nostra civiltà e verso un essere vivente da giovani. Tutti (genitori in primis, insegnanti, amministratori) dovremmo avere molta preoccupazione e metterci a lavorare tutti insieme subito perché questa è la dimostrazione di una gravissima incapacità: quella di distinguere il bene dal male e agire di conseguenza. È una regressione del sentimento di civiltà di cui siamo tutti responsabili. Occorre avere la forza di stanare gli autori e perseguirli adeguatamente. Ma poi, al di là delle giuste azioni giudiziarie, occorre rivedere e curare le “relazioni”. Questo è il passaggio fondamentale che è trascurato da molto tempo, nonostante i segnali fossero chiari già dieci-quindici anni fa. A scuola come nelle nostre città nulla è stato fatto sistematicamente per educare famiglie e ragazzini al riconoscimento della bellezza dei sentimenti nell’essere umano. Perché è di questo che stiamo parlando. Prevenzione e cura! Basta chiacchiere e cerimonie. Basta!» Diversi i commenti, come quello di Liberato Russo, «Termoli: l’effige in bronzo dell’artista termolese Benito Jacovitti – realizzata dal maestro d’arte Michele Carafa – è stata sfregiata dai soliti “teppisti ignoti”. Il sigaro che sporgeva dalle sue labbra è stato divelto con forza. Come già accaduto qualche settimana fa, quando fu spezzato il pennello dalle mani bronzee del poeta e pittore termolese Carlo Cappella, la storia si ripete! Vi risparmio il mio pensiero e le conseguenti “parole” nei confronti di questi “individui mononeuronali”; mi chiedo però fino a quando ci toccherà assistere inermi a questi atti violenti contro il patrimonio… Le telecamere sono state chieste a gran voce e con esse ogni deterrente utile ed efficace. Ma tutto tace! Forse dovremmo iniziare a pensare di adoperarci noi cittadini per controllare e tutelare almeno il centro storico di questa città in mano alle scorribande di barbari? Che rabbia!» Infine, l’autore dell’opera, Michele Carafa: «Oltre al risarcimento economico spero in un percorso riabilitativo che li obblighi a visite ai musei e mostre d’arte, letture di poesie, lezioni di disegno, di musica, di pittura e scultura, incontri con artisti, poeti, musicisti. Le cronache di queste ultime ore ci parlano di atti violenti e vandalici che hanno la stessa matrice, la stupidità. Questi ragazzi sono stupidi. Probabilmente le giornate festive accentuano un vuoto ed un disagio che questi giovani riempiono con quello che, ai loro occhi, sembra un grande gesto, una prova di coraggio, sfidare le regole, fottersene dei grandi, qualcosa che solo altri stupidi come loro possono apprezzare, quelli per cui essere incivili è bello perché “ci vuole coraggio a infrangere le regole”. Ma questi ragazzi sono stupidi non per colpa loro. Sono stupidi perché hanno dei genitori distratti e degli insegnanti incapaci. La colpa dei genitori è abbandonarli ad una Play Station appena iniziano le opposizioni adolescenziali, incapaci di educarli alle regole di una civile convivenza, che forse non conoscono neppure loro, o non hanno il tempo, poverini. La colpa degli insegnanti è non educarli alla bellezza. Se la scuola insegnasse loro la bellezza dei numeri, come quella del suono delle parole, capirebbero che la conoscenza non serve ad avere un sei a fine anno. Ma, forse, anche per i loro insegnanti, la bellezza è cosa superflua. Cari ragazzi non siete eroi. Non avete fatto qualcosa di cui vantarvi. Il male non può essere confuso con il bene. Gli eroi fanno il bene, i vigliacchi il male. Siate dalla parte degli eroi, lo so, è più difficile, vi mancano gli esempi, tra i grandi ce ne sono pochi, ma se volete dimostrare di essere migliori di noi iniziate ad esserlo ora. Ci vuole coraggio ad essere eroi!»

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