Uno scossone, anzi un cazzottone, quello che ieri l’Ad di Fca Mike Manley, da Detroit, ha mandato in subbuglio l’intero mondo economico e industriale (ma anche politico) in Italia. La reazione era attesa. Come avrebbe reagito Fca all’introduzione dell’Eco-tassa parte del Governo Gialloverde? «Il piano di investimenti da 5 miliardi di euro previsto in Italia dal 2019-2021 “sarà rivisto” e quindi anche il piano di piena occupazione negli stabilimenti italiani entro il 2021». Lo ha detto Mike Manley, Ceo di Fca, parlando in una tavola rotonda al salone dell’auto di Detroit. «Quel piano – ha precisato – fu pensato prima che l’eco-tassa su auto di lusso e Suv venisse introdotta in Italia. Da allora “il contesto è cambiato». Immediata la reazione della Fiom-Cgil, con Michele De Palma, «L’amministratore delegato di Fca da Detroit ha valutato positivamente la vendita di Magneti Marelli, i risultati finanziari per proprietà e azionisti, ma ha anche dichiarato che sono in discussione piano di investimenti, industriale e occupazionale in Italia. Queste dichiarazioni mettono a rischio l’occupazione per i lavoratori degli stabilimenti italiani che da anni sono in cassa integrazione perché i piani industriali dichiarati non sono stati realizzati. La Fiom aveva ritenuto il piano presentato dal nuovo amministratore delegato importante ma in ritardo nella svolta ibrida ed elettrica, e vista la mancanza di nuovi modelli Maserati e di auto di massa non avrebbe certamente risolto il problema della piena occupazione in poco tempo. La Fiom, alla luce dell’andamento negativo del mercato dell’auto, della riduzione dei volumi prodotti da Fca già nel 2018 in Italia, delle normative su emissioni e incentivi alla vendita, della scadenza degli ammortizzatori sociali negli stabilimenti a partire dal polo torinese (Mirafiori e Grugliasco) e di Pomigliano d’Arco e Nola, ritiene indispensabile l’apertura di un confronto per mettere in atto tutte le azioni utili a impedire il rischio di chiusura di interi stabilimenti. La Fiom chiede alle altre organizzazioni sindacali l’avvio di un confronto unitario, e invita il Governo alla convocazione di un tavolo. La Fiom in assenza di garanzie per i lavoratori, deciderà nelle assemblee le iniziative da dover tenere per scongiurare i rischi sul futuro degli stabilimenti italiani”. Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive». Durissimo il numero uno della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, « Come temevamo la cosiddetta “ecotassa” inserita nella legge di Bilancio ha dato il suo primo effetto e non sull’ambiente ma sul piano triennale di 5 mld di investimenti di Fca annunciato lo scorso 30 novembre. Fare le auto elettriche è la cosa più semplice, infrastrutture e ecosistema per farle funzionare sono in Italia all’anno zero. L’amministratore delegato di Fca Mike Manley ha annunciato la revisione del piano di investimenti nel nostro Paese segnalando che lo scenario è cambiato. Il Governo con “l’ecotassa” che però all’ambiente non darà giovamento, ha cambiato i presupposti su cui era stato costruito, tra l’altro non risolvendo i problemi ambientali, ma favorendo solo i produttori esteri, altro che sovranismo. Da tempo come sindacato abbiamo incalzato i produttori sulla necessità di accelerare la transizione verso l’elettrico: ora che avevamo raggiunto un’intesa, Fca e i lavoratori, il Governo sta rischiando di far saltare tutto. Occorrono almeno 20 mesi per avere i primi risultati. Il governo deve immediatamente ritornare sui propri passi e rivedere un provvedimento sciagurato che rischia di distruggere la nostra industria dell’auto e con essa migliaia di posti di lavoro. Se così non fosse la nostra risposta arriverà sotto palazzo Chigi con tutti i lavoratori di Fca, Cnhi e Ferrrari. Il governo deve capire che la transizione verso l’elettrico è da gestire in maniera graduale investendo nell’ecosistema, infrastrutture per garantire occupazione e una mobilità sostenibile per la salute e l’ambiente. Così come è stata scritta “l’ecotassa” è un suicidio di Stato dell’industria automobilistica italiana. È necessario alla luce delle dichiarazione dell’ad Manley fare subito un incontro con i vertici di Fca per avere chiarezza sul piano quinquennale e relative assegnazioni produttive stabilimento per stabilimento. Non si possono far ricadere sui lavoratori e sull’ambiente le insipienze della politica».

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