La salma del gruista Egidio Benedetto, morto due mattine fa in un incidente alla piattaforma “Barbara F.” dell’Eni al largo di Ancona è stata recuperata ieri intorno alle 5 dal Rov (Remotely Operated Vehicle – veicolo subacqueo filoguidato a controllo remoto) dei vigili del fuoco, giunto nella zona delle operazioni nella tarda serata di ieri, e immediatamente trasbordata a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera presente sul posto in assistenza alle operazioni di recupero. Lo rende noto la Capitaneria di porto. La motovedetta, lasciate le acque prospicienti ha raggiunto gli ormeggi nel porto di Ancona alle 6:45. Lo sbarco della salma è previsto dopo l’intervento del medico legale ed a seguito delle disposizioni dell’Autorità Giudiziaria. Proseguono, nel frattempo, le operazioni di recupero della cabina della gru, rimasta sul fondo a circa 70 metri di profondità, nonché della parte rimanente del braccio della gru (circa 15 metri) ancora vincolata allo scafo del Supply Vessel Alinn B, al fine di permetterne l’ispezione da parte dei tecnici incaricati di definire le dinamiche dell’accaduto. Sul posto presenti tecnici della Guardia Costiera di Ancona e una motovedetta per il monitoraggio e l’assistenza alle operazioni. Intanto, un errore nell’organizzazione dell’esecuzione del lavoro è una delle prime ipotesi alla quale stanno lavorando alla Procura di Ancona e gli investigatori della Capitaneria di porto in relazione all’incidente avvenuto martedì scorso al largo di Ancona sulla piattaforma estrattiva di gas dell’Eni “Barbara F.”, in cui è morto un gruista dell’Eni, Egidio Benedetto e altri due operatori a bordo del supply vessel sono rimasti feriti. Benedetto era nella cabina di comando della gru, che ha ceduto, facendo finire l’abitacolo in mare con l’operaio dentro, mentre il braccio meccanico e il bombolone di azoto che stava trasportando si sono adagiati sull’imbarcazione. Stando alle prime indagini, l’ipotesi più accreditata è che, durante le operazioni di quella bombola, una parte della gru si possa essere incagliata o impigliata, generando così una resistenza. Una forza opposta a quella verso cui stava tirando il braccio meccanico che, se l’ipotesi investigativa dovesse trovare conferme, è stata fatale per l’operaio chietino che, dalla sua cabina, guidava il braccio meccanico della gru. Il distaccamento della cabina dalla struttura avrebbe portato non solo al decesso del 63enne, ma anche al ferimento degli altri due operai, che erano sulla nave investita dai pezzi di gru crollata. Mentre i rilievi proseguono, in giornata l’imbarcazione Misa Primo ha rimorchiato la nave danneggiata Alina B per dirigersi su un fondale più basso in direzione Senigallia, così da permettere il recupero del vettore da parte di un pontone munito di una gru, che dovrebbe effettuare l’operazione nella giornata di domani. La salma del gruista è stata recuperata all’alba di ieri con un Rov dei vigili del fuoco, a recuperare la cabina ha provveduto l’Eni, che si occuperà anche del braccio della gru e del bombolone. Al momento sembra meno consistente l’ipotesi di un malore della vittima, un 63enne con esperienza ultradecennale, giunto al suo ultimo giorno di lavoro sulla piattaforma. Il pm Irene Bilotta ha disposto l’autopsia e conferito l’incarico ad un medico legale. Al momento la Procura procede ancora contro ignoti, ma non sono escluse le prime iscrizioni nel registro degli indagati nelle prossime ore. Per non dimenticare l’ennesima morte nel mare e contro gli incidenti nei luoghi di lavoro, la Filt-Cgil Marche, assieme ai responsabili del sito sicurezza del porto di Ancona, organizza nella tarda mattinata di oggi, un’iniziativa proprio nell’area portuale con un sit-in nel piazzale antistante i rimorchiatori dello scalo (la zona del Porto Antico). L’iniziativa prenderà il via alle 11.30 e si concluderà alle 12 con il suono delle sirene delle navi.

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