Far-West a Termoli centro nella notte tra venerdì e sabato, dopo la festa dell’8 marzo. Scorribande autentiche, quelle di un gruppo di ragazzi, di cui almeno due pare individuati dalle telecamere di alcuni locali messi a soqquadro dopo le 3 di notte. Tra le attività colpite – 13 nel complesso – quelle di distributori automatici, dove sono stati rovesciati alcuni di essi, con l’ovvio tentativo di rubare soldi o altro, in particolare in via IV novembre e via Aubry. Sul posto gli agenti del Commissariato di Polizia, che hanno anche visionato i filmati. I due giovani immortalati dalle telecamere hanno agito a volto scoperto, sul posto anche i proprietari del negozio Tecno-caffè, qui si sono intrufolati dalla porta posteriore che dà sull’interno. Ma è stata solo una parte dei misfatti compiuti e avvenuti due notti fa. Altre 11 hanno subito tentativi di furto con scasso e parliamo di bar sul corso Nazionale e negozi. Furti e danneggiamenti in un luogo che dovrebbe essere al riparo da questo genere di attività delinquenziali e che invece ormai sono alla mercé dei poco di buono come la più remota delle periferie. «Sono un ristoratore del centro di Termoli, dove nella notte tra venerdì e sabato dei probabili tossici hanno forzato la porta e sono entrati. Fortunatamente sono riusciti a portarsi alcune monetine nella cassa per un valore più o meno di 40 euro. I Carabinieri hanno detto che non sono stato l’unico ad essere stato derubato». Una testimonianza di ciò che è successo a Termoli, dopo le 2, tra l’8 e il 9 marzo. Casi simili, numerosi, hanno reso infernale il ritorno alle attività da parte dei titolari dopo il meritato riposo notturno. Che succede a Termoli? Mai abbiamo assistito a una scorribanda simile, come quella avvenuta nella notte tra venerdì e oggi. Almeno 13 irruzioni in altrettanti esercizi commerciali del centro, ma qualcuno anche fuori le mura, per parafrasare paesaggi urbani più noti. Se ci scandalizzavamo per i gesti vandalici con cui si arrecavano danni a patrimoni pubblici e privati, dinanzi a scenari di devastazione così copiosi non resta che reagire, altro che porgere l’altra guancia. Sul corso Nazionale l’isola pedonale con pantere e gazzelle, di Polizia e Carabinieri, fanno assumere un contorno di scarsa sicurezza cittadina, non c’è molta fiducia, poiché il livello di banditismo, locale e non, assume dimensioni notevoli e spesso tutto viene praticato per finalità di spaccio e di consumo di sostanze stupefacenti. Insomma, tra via Mario Milano, corso stesso, via Pepe, via XX settembre e via IV novembre, via Aubry, imbufaliti per quello che è avvenuto in maniera sistematica e reiterata. Un coro unanime, la richiesta di maggiori controlli, noi che invochiamo un sistema complessivo di copertura con la videosorveglianza, c’è chi si sente davvero all’abbandono e oltretutto, un riverbero amministrativo, con l’isola pedonale a corso Umberto ci segnalano diversi esercenti, ma non solo loro, è venuto meno quel passaggio e quella stanzialità di presenza delle forze dell’ordine nel nodo nevralgico del centro storico, come se la pedonalizzazione frenasse l’attività di vigilanza. Occorre correre ai ripari, in tutti i sensi. Non solo furti, compiuti e tentati, danneggiamenti e scorribande in pieno centro, ma anche in via Mascilongo. Al nuovo bar PanCaffè che ha aperto da poco, al civico 13, i malintenzionati sono entrati in azione riuscendo a intrufolarsi dalla parte superiore della porta d’ingresso e una volta dentro hanno letteralmente smontato il locale, a caccia dei soldi. Presa e buttata a terra la cassa, portate vie le monetine e lasciata una scia di devastazione dietro di loro. Ieri mattina, all’apertura, l’amara scoperta dei titolari che hanno avvertito il 113, giunto con gli agenti e la scientifica, per compiere i rilievi sulle numerose impronte lasciate dai ladri, che sono fuggiti via dileguandosi col favore dell’oscurità. Stessa cosa anche a Molidoc in via Gabriele Pepe, dove è stata sfondata la vetrina e svuotata la cassa. Una delle commercianti del centro riferisce, «Io mi sono spesa personalmente con le forze di polizia, con i vigili del fuoco e ho scritto finanche al prefetto di Campobasso per far prendere coscienza della situazione che si sarebbe potuta venire a creare e ahimè eccoci qua. La chiusura di corso Umberto ha tolto il presidio delle forze dell’ordine e ha lasciato il centro della città nelle mani di questi balordi. Sommessamente voglio dire che forse si fa ancora in tempo a salvare Termoli e questo appello è rivolto soprattutto al sindaco e a tutti gli amministratori che se vogliono avere un confronto sanno dove trovarmi altrimenti provate ad immaginare qual è il seguito di questa puntata. Le stesse forze di polizia l’hanno denunciato qualche settimana fa in una conferenza sulle infiltrazioni mafiose in Molise. Ebbene il seguito saranno estorsioni, ricatti e pizzo perché questo appena successo non è altro che un atto di forza. Vorrei tanto che qualcuno avvisasse Sbrocca che forse è opportuno, se non vitale per la nostra città riaprire corso Umberto immediatamente e ripristinare lo stato di predominio delle forze dell’ordine sul territorio e questo lo dico dal giorno stesso che hanno brutalmente chiuso corso Umberto e testimone ne è il capitano Persich».

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