L’ingegner Francesco Roberti: questo è il profilo del candidato sindaco azzurro. Altro che tavolo delle liste civiche, altro che spazio alle rappresentanze territoriali: la politica è una, non trina, e quando sono in ballo simboli e sorti di coalizione, la via maestra, (o via Crucis per qualcuno) è quella degli ambiti a respiro nazionale.
C’è voluta la celebrazione delle nozze d’argento berlusconiane, la festa della vittoria del 27 marzo 1994, a Roma, per sbloccare la situazione delle amministrative nel centrodestra molisano.
E come abbiamo scritto in precedenza, i nomi sono un passaggio successivo, prima si individuano le caselle e così è stato.
Non siamo oracoli, ma conosciamo bene le regole d’ingaggio, più o meno dallo stesso tempo… 25 anni!
Ma cosa è emerso nel confronto capitolino? Forti anche della presenza del Governatore Donato Toma, che lo scorso anno a designazione avvenuta per le regionali svelò il suo profilo azzurro, è stato pressoché assodato che a Termoli si candiderà un esponente di Forza Italia e a Campobasso della Lega. Ora starà ai partiti dare il via libera sulle proposte che proverranno dalle singole segreterie regionali.
Perché Roberti? Perché nella casella dei fedelissimi di Fi ha pochi eguali a Termoli, anzi, col suo curriculum istituzionale, quasi nessuno. È alla conclusione del suo quarto mandato di fila, dal 2002, due in maggioranza e altrettanti in opposizione (uno conquistato con una lista civica nel 2006). E’ stato anche consigliere provinciale dal 2015 al 2018, è stato coordinatore cittadino, è capogruppo e coordinatore provinciale in carica ed è stato delegato regionale nel 2004. Insomma, dna berlusconiano puro.

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