«Paga, altrimenti ti squartiamo». Prima la difficoltà economica che stava incrinando la sua attività commerciale, quindi la speranza di rimettere le cose a posto attraverso un prestito ottenuto in canali poco consigliabili, ulteriori problemi in cui sprofonda per cercare di coprire richieste sempre più esose e quindi, l’inferno, minacce, aggressione e la denuncia ai Carabinieri. Sei gli uomini portati in cella (più una donna indagata a piede libero) il bilancio del blitz compiuto all’alba di ieri a Termoli, Lucera e San Giovanni Rotondo, che ha permesso di arrestare usurai ed estorsori che hanno reso la vita di una famiglia simile a quella delle fiction più drammatiche.
Tassi usurai che ogni volta venivano raddoppiati. Minacce di ogni tipo al culmine per le quali un imprenditore termolese ha iniziato a temere per la propria vita e per quelle dei familiari. L’operazione raddoppio è stata portata a termine dai carabinieri della compagnia di Termoli alle prime luci dell’alba. A finire in manette quattro termolesi e due foggiani di età compresa tra i 40 e i 45 anni. Per tutti l’accusa è di usura e estorsione aggravata. I dettagli dell’operazione che ha coinvolto più di 40 carabinieri sono stati illustrati con una conferenza stampa alla presenza del comandante provinciale Emanuele Gaeta, del capitano della compagnia di termoli Edgar Pica e dal maresciallo Filippo Cantore. Per gli arrestati non si prefigura il reato di associazione in quanto i sei hanno portato a termine le estorsioni a gruppi di due. Il malcapitato termolese era arrivato a corrispondere più di trentaduemila euro di interessi rispetto a 19 mila euro chiesti e ottenuti a più riprese. Tutto inizia nel maggio del 2016 quando l’imprenditore non riesce più a far fronte alla propria attività. A quel punto si rivolge ad una coppia di foggiani che gli prestano 5000 euro con la promessa di averli indietro entro un mese il pagamento di 1000 euro di interessi. A garanzia l’imprenditore inizia a firmare assegni ma nel vortice della crisi non riesce ad ottemperare al debito iniziando a restituire piccole somme mensili che oltre agli interessi non gli consentono di coprire il capitale prestato inizialmente. Così si rivolge a due termolesi ma purtroppo per lui le regole del gioco non cambiano e nel tentativo affannoso di uscire da questo circolo si rivolge ancora ad altre due persone della città adriatica. A quel punto però non riesce più ad ottemperare ai suoi debiti, subisce una aggressione fisica e le minacce si fanno sempre più incombenti. Ti squarto come un agnello, farai una brutta fine, aspetto tua moglie. Sono solo alcune delle frasi ingiuriose che gli sono state rivolte ma a quel punto nello scorso mese di ottobre ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri che hanno avviato le indagini del caso. Pedinamenti e intercettazioni hanno poi fatto il resto, fino a questa mattina quando le sei persone sono state prelevate nelle proprie abitazioni e condotte nel comando di via brasile dove sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Durante le perquisizioni ad uno degli usurai è stata sequestrata una pistola scacciacani modificata con silenziatore, diversi proiettili e telefoni cellulari. Nell’ambito dell’operazione raddoppio è stata denunciata a piede libero anche la moglie di uno dei quattro termolesi. Tutti senza lavoro e con precedenti penali anche specifici, dopo le formalità di rito sono stati condotti in carcere a Larino e Foggia a disposizione del giudice per le indagini preliminari che nelle prossime ore li interrogherà per la convalida del fermo.

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