E’ stato depositato ieri mattina il ricorso al Tar Molise promosso dai sindaci del basso Molise per chiedere la sospensiva cautelare sul provvedimento di chiusura del Punto nascita di Termoli, curato dallo studio Iacovino e da Massimo Romano. Ricordiamo come a margine dell’incontro con sindaci e deputati, propedeutico proprio a questo ricorso, Romano avesse sottolineato alcuni aspetti tecnici di assoluto rilievo. I quali sono stati sottoposti, all’attenzione del tribunale Amministrativo. Auspicando, «in un pronunciamento anche propulsivo, che tenga conto del fatto che non si possa imputare agli utenti e ai sindaci, l’inadempimento di una struttura commissariale che, da 10 anni, governa la Regione Molise. Su queste basi e tutte le altre considerazioni, che vanno dalla violazione del programma operativo, alle contraddittorietà che riguardano l’esplosione della mobilità passiva derivante dai ricoveri fuori Regione. Ma senza dimenticare che oggi, non abbiamo contezza di quali misure siano state predisposte dai nosocomi delle Regioni limitrofe, per garantire all’utenza molisana il diritto alla salute. In questo caso, connesso alla Ostetricia e ginecologia». Intanto, continua la mobilitazione contro la chiusura del Punto nascita di Termoli.
Presenti anche alcuni consiglieri comunali, giovedì pomeriggio, dalle 18.30, alla caffetteria All Bets di viale d’Italia, dove c’è stato un incontro informale con vari esponenti del mondo politico, sindacale, associativo per l’organizzazione della prossima manifestazione riguardante il San Timoteo. Incontro breve. Vivace discussione su un tentativo di creazione di un coordinamento, con lo scopo di guidare una seconda manifestazione, inoltre il coordinamento vorrebbe godere di una paternità apolitica. Sarà composto da cittadini e rappresentanze politiche cittadine. La trattativa è in corso, questo primo incontro è servito a gettare le basi o presunte sali, per aprire un tavolo di conversazione sul da farsi per quanto riguarda la questione Punto Nascita. C’è volontà, da parte delle rappresentanze presenti, di realizzare questa iniziativa. Nei prossimi giorni, ci saranno altri incontri, per cercare di capire come si evolverà la situazione. C’è una volontà di unione, ma la situazione è ancora ad uno stato embrionale. Infine, dalla fonte sempre attendibile del comitato San Timoteo, siamo venuti a conoscenza di come l’Asrem abbia organizzato da lunedì 8 luglio i parti di chi non potrà più mettere al mondo figli al Punto nascita del San Timoteo. Come sottolinea il presidente dimissionario Nicola Felice, «in attesa di riaprire». «Ormai è assodato la chiusura del Punto nascita dell’ospedale San Timoteo, disposto con decreto del Commissario Giustini. Dal 7 luglio prossimo non essendoci la disponibilità H24 dell’assistenza al parto del ginecologo, non sarà possibile partorire nell’ospedale di Termoli. Come primo atto a seguire tale dispositivo Antonio Lucchetti, da qualche giorno prorogato per altri due anni come Diretto Sanitario Asrem, oggi in veste di Direttore Generale (facente funzione), ha chiesto ai Direttori Generali di alcune strutture sanitarie della regione Puglia: Ospedali Riuniti di Foggia, Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo; e dell’Abruzzo: Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, di fornire nei propri ospedali le cure ostetriche e ricovero richieste per le partorienti del distretto sanitario di Termoli. Questo è un atto dovuto per la sicurezza delle partorienti, ma anche per sollevare da ogni responsabilità i vertici dell’Asrem, per un insperato caso di emergenza sanitaria da parte di qualche partoriente. Oltre a informare tutti i vertici della regione e della sanità hanno dato disposizione al 118 di trasportare le partorienti necessarie di cure agli ospedali interessati, in base al numero di settimane di gravidanza. Pare che fino a 13 settimane possono essere trasportate al San Timoteo di Termoli, oltre 13 e fino a 35 al Cardarelli di Campobasso o all’ospedale riuniti di Foggia; oltre 35 al San Pio di Vasto. Questa, si spera momentanea, soluzione di certo potrebbe generare non poche difficoltà all’esiguo numero di postazioni e ambulanze con medico presenti nel distretto di Termoli, e che in caso di richiese concomitanti potrebbe creare grossi ritardi mettendo a rischio la vita dei cittadini bisognosi di cure. In attesa della definizione di accordi di confini tra le regioni limitrofe, appare ancor più ragionevole la proposta fornita dal Comitato San Timoteo che prevede un accordo con l’Abruzzo, con la soluzione di impiegare i professionisti che operano all’ospedale di Vasto anche al San Timoteo di Termoli. Soluzione questa che oltre a consentire la riapertura, in breve tempo, del Punto nascita di Termoli, presenta anche un vantaggio economico, non facendo aumentare la mobilità passiva, ma soprattutto il vantaggio per le Partorienti che in tal modo evitano il viaggio trasporto, e nello stesso tempo si evita anche di gravare ulteriormente il servizio del 118».

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