«La questione della casa nel nostro territorio è uno dei problemi sociali più gravi, ma di cui si parla molto poco. Per vergogna, scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà a mettersi insieme, chi è in emergenza abitativa spesso cerca soluzioni individuali. D’altra parte, la politica, i palazzinari e i proprietari non sono molto interessati al mercato delle case per i “poveri”». Prosegue in questo secondo capitolo l’indagine sulle problematiche abitative da parte della rete volontaria ‘La città invisibile’ di Termoli. «Quante persone sono sotto sfratto o sono state sfrattate in Molise? Cosa ci dicono i dati? Quali sono le politiche degli enti locali e di edilizia popolare? Quante famiglie sono in attesa di una casa popolare a Termoli? Quali sono le risorse che il Comune potrebbe usare? Di seguito questa piccola inchiesta per capire meglio alcune cose al riguardo. Qual è la situzione a Termoli? Dopo aver analizzato nella prima parte di questa indagine la questione casa nel territorio molisano e provinciale, proponiamo alcune considerazioni in merito alla situazione nella nostra cittadina, Termoli. Andando ad esaminare i dati relativi alla nostra cittadina emerge un quadro analogamente problematico. Va premesso che il Comune di Termoli non effettua politiche municipali per la casa e che quindi l’emergenza abitativa può essere affrontata solo con l’assegnazione di alloggi popolari di proprietà dello Iacp (che sono vari e dislocati in varie zone della città: via Maratona, via del calcio, via Arno, via della Vela, via Canada, via Stati Uniti, Via Asia, via India, via Tevere, via Mantova, via degli atleti, via del nuoto, via dello sport, via dei Castagni, via dei ginepri, via Amalfi): un patrimonio abbastanza grande ma insufficiente a rispondere al bisogno di casa diffuso in città. Sebbene nel corso degli ultimi anni alcuni alloggi siano stati assegnati, dall’ultimo bando emesso dal Comune di Termoli nell’aprile 2019 risultano ancora 136 i nuclei familiari aventi diritto all’accesso ad una casa popolare dello Iacp. Quanti di questi nuclei si sono visti assegnare la casa fino ad ora? Intanto i privati costruiscono e il patrimonio pubblico è in vendita. Tutto ciò mentre la speculazione immobiliare in città ha proceduto a ritmi serrati negli ultimi decenni: sono sorti veri e propri nuovi quartieri, dove le case spesso restano vuote e inutilizzate. Tutto ciò mentre edifici di proprietà comunale vengono alienati (= messi in vendita) in barba all’emergenza abitativa di centinaia di famiglie. Lo stiamo dicendo da tempo: che fare, ad esempio, della ex caserma dei carabinieri in stato di abbandono da anni? Quello stabile è di proprietà del Comune di Termoli e dispone al suo interno di appartamenti che potrebbero essere destinati all’emergenza abitativa. Solo per cominciare … inoltre per le circa 30 persone senza tetto che vivono a Termoli andrebbero strutturate soluzioni abitative stabili, come si sta facendo in molti altri territori d’Italia, che si stanno attrezzando per offrire la possibilità di inclusione abitativa anche per chi vive in strada, ad esempio attraverso progetti che si richiamano agli interventi dell’housing first. Un ulteriore elemento su cui riflettere, alla luce anche del drammatico dato che ha visto negli ultimi anni centinaia di migliaia di giovani abbandonare i nostri territori del Sud d’Italia: si dovrebbero attuare politiche ad hoc per quella fascia di popolazione, spesso giovane e precaria, che non può accedere né all’edilizia pubblica né al mercato immobiliare privato. Le politiche attuate dalle amministrazioni precedenti hanno previsto centinaia di ettari di cementificazione di suolo per l’housing sociale (destinato appunto a quella fascia di popolazione): è una cosa che non possiamo assolutamente permetterci in piena emergenza climatica. Il mercato immobiliare privato risulta dunque spesso inaccessibile a molti, dato il costo degli affitti imposto dai proprietari solo per incassare più soldi durante l’estate con i turisti. Che cosa può fare un Comune per intervenire anche su questo aspetto della complessa questione casa nel nostro territorio? Bisogna certamente guardare oltre e costruire politiche pubbliche e municipali per la casa, a partire dal recupero e dalla valorizzazione dell’esistente abbandonato fino all’attuazione di una politica di sgravi fiscali per chi affitta a prezzi calmierati.
Non si può consegnare, come è stato fatto in Italia e anche a Termoli dagli anni ‘80 in modo sempre più spinto, un diritto sociale come quello della casa al mercato privato, alla rendita e alla speculazione di banchieri, costruttori, proprietari fondiari. La casa è un diritto!»

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