La Regione Molise, contrariamente a quanto fatto davanti al Tar, non si è costituita al Consiglio di Stato contro la chiusura del Punto nascita di Termoli.
Chiamato in causa dalle mamme e dal comitato, il governatore nei giorni scorsi si è difeso, affermando, tra l’altro, che «la decisione politica è di costituirsi, l’avvocatura aveva il mandato di costituirsi e di seguire il processo».
Alle dichiarazione del presidente ha replicato con una durissima nota Laura Venittelli, ex deputata del Pd, che nel procedimento difendeva le mamme.
«Sulla mancata costituzione della Regione Molise all’udienza in Consiglio di Stato – scrive Venittelli – il presidente della giunta regionale Donato Toma alla velocità della luce passa dal ruolo di Ponzio Pilato e don Abbondio molisano a quello di “scaricabarile” per eccellenza.
Sempre senza contraddittorio, una specialità della casa, quella con cui Toma a margine di incontri di diversa argomentazioni scaglia accuse e si libera di quelle mossegli contro, sentirgli dire, in conferenza stampa, che lui aveva dato mandato all’avvocatura regionale di seguire l’intera vicenda e che non sapesse che, per costituirsi nel giudizio davanti al Consiglio di Stato per difendere il punto nascita di Termoli, doveva “dirlo” agli avvocati regionali e mettere “faccia” e “firma” contro i ministeri della Salute e del Mef, è cosa che ci lascia sgomenti e ci fa riflettere su una domanda: “Ma in che mani siamo?”.
Nelle mani di chi, da ex presidente dell’Ordine dei commercialisti, deve per forza aver superato (per conseguire la laurea in economia) esami di diritto che gli hanno sicuramente dato una conoscenza delle procedure e delle regole e che in ogni caso ha l’obbligo di apprendere, dopo 18 mesi di guida del massimo ente di programmazione regionale.
Il commercialista per eccellenza del Molise si paragona, arrampicandosi sugli specchi, ai nostri bravissimi pastori per giustificare la sua assenza nella “battaglia” in Consiglio di Stato. Ma la giustificazione non regge, poiché la costituzione avviene in giunta e quindi l’ignoranza sarebbe collettiva e a questa si aggiungerebbe quella della struttura della giunta regionale, dal direttore generale in giù.
Caro Toma, come mai l’Asrem non ha mancato di costituirsi? Forse poteva chiedere ai vertici che lei ha confermato quale fosse la giusta procedura.
Crediamo che si sia davvero superato il limite della decenza, meglio ammettere la mancanza di coraggio, quella che invece hanno avuto e continuano ad avere le mamme e gli amministratori locali, a prescindere dal loro colore politico di appartenenza.
Anche i pastori sono coraggiosi perché difendono sempre il loro gregge con anima, cuore, coraggio ed azione, elementi che non abbiamo visto nel presidente della Regione Molise che ignora i bisogni del Basso Molise, ignora che il diritto alla salute non è solo Pozzilli… ignora che noi ci siamo e ci saremo sempre contro ogni strapotere, contro ogni Ponzio Pilato, contro ogni don Abbondio e contro ogni campione di scaricabarile.
Comunque, siamo certi che assieme ai colleghi – conclude Venittelli -, potremmo darle lezioni, dove e come vuole, di diritto processuale amministrativo, quelle politiche no, sarebbero inutili…».

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