Sul piano squisitamente politico, e non personale, l’ex sindaco Angelo Sbrocca e gli altri consiglieri del centrosinistra dem, Oscar Scurti, Manuela Vigilante e Andrea Casolino (gruppi Pd e Vota per te) non arretrano sulle accuse di vigliaccheria politica, per l’appunto, rivolte martedì scorso all’indirizzo del primo cittadino Francesco Roberti. E’ quanto risposto ieri mattina in conferenza stampa, replicando alle affermazioni del sindaco di Termoli del giorno prima. La querelle era nata dopo la seduta di Consiglio di lunedì scorso, dove a dire della minoranza dem si era assistito a un attacco di Roberti a due dirigenti. Quest’ultimo, invece, giovedì mattina aveva ribaltato le accuse proprio sulla vecchia amministrazione, toccando vari punti, tutti sviscerati dal punto di vista opposto ieri, dove alla conferenza stampa si è aggiunto anche Pino Gallo, ex assessore all’Urbanistica. Botte da orbi, insomma. Perché Sbrocca ha definito Roberti un “Cetto La Qualunque”, capace di produrre zero attività amministrativa e politica e solo di fare confusione e sparare numeri al lotto, per gettare fumo negli occhi della cittadinanza. Da qui sono partite le precisazioni sui soldi dati a Petrosino, definito anche sindaco ombra, che sarebbero ben al di sotto dei 500mila dichiarati dal sindaco pro tempore, così come sul disavanzo, oscillato dal milione e 700mila euro branditi in campagna elettorale al milione e mezzo di ora. «Si tratta di un disavanzo tecnico – spiega Sbrocca – poiché una legge del 2015 ci ha obbligati a togliere dai residui attivi (crediti vantati dal Comune) tutte quelle voci non corrispondenti a precise obbligazioni giuridiche. Anzi, rispetto ad altri enti, la nostra situazione è stata migliore, si pensi che abbiamo eliminato poste di bilancio relative al 1982». Sul casus belli, invece, quello dei debiti fuori bilancio maturati a causa delle emergenze meteo, la minoranza dem ha chiarito che quando amministrava la città non era entrata in vigore la legge che dettava tempi e adempimenti più rapidi per il riconoscimento in Giunta e Consiglio. Una conferenza contrassegnata dalla periodica sottolineatura di avere un sindaco che ha fatto nulla rispetto al suo programma elettorale, se non intestarsi fin qui inaugurazioni su opere programmate in precedenza dal centrosinistra, ma di esporsi con tesi confuse e numeri imprecisi, senza leggere e citare atti, come nel caso delle Ferrovie e del progetto sul raddoppio ferroviario. Si è poi passati alla questione dei rimborsi spese, Sbrocca e Gallo hanno smentito categoricamente le cifre enunciate da Roberti, dicendo che la scelta di usare la propria auto era dettata dal non voler distrarre l’autista facente funzione dal ruolo di usciere e per non gravare sul Comune per le ore inevitabili di straordinario che si sarebbero accumulate in caso di trasferte come quelle capitoline, ad esempio.
Ma non solo, anche per l’assenza di mezzi all’epoca e comunque ribadendo di aver richiesto rimborsi legittimi una volta su 5, rispetto alle decine di viaggi tra Roma, Milano etc. Su Pompano Beach è stata definita addirittura una boutade. Chiave di volta politica, prima della conclusione, è stata la presenza nella precedente amministrazione nel ruolo di assessore al Bilancio di Enzo Ferrazzano, attuale vice sindaco. «Lo stesso Ferrazzano, evidentemente contrariato, ha abbandonato a un certo punto la conferenza stampa – hanno evidenziato Sbrocca e Gallo – questo è il sintomo di un malessere che serpeggia nella maggioranza, già conclamata con la bocciatura in Commissione congiunta del Piano triennale dei lavori pubblici». La continuità rispetto ad alcuni eletti e dirigenti, per Sbrocca evidenzia il contrario delle accuse mosse da Roberti, mentre il suo 17ennale mandato consecutivo da consigliere lo additerebbe a corresponsabile dello sfacelo che il centrodestra ha compiuto in città. Infine, chiarita da Sbrocca la questione del procedimento disciplinare a carico di un Vigile urbano per un mancato saluto, che sarebbe avvenuto in occasione formale e non in mezzo alla strada e comunque circostanza che dovrebbe essere gestita in totale privacy e non sbandierata in conferenza stampa.

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