La Scuola di formazione all’impegno sociale e politico “P. Borsellino” della Caritas diocesana di Trivento ha pubblicato, nella collana dei “Quaderni della solidarietà”, l’ultima indagine socio-demografica sui 40 comuni della Diocesi di Trivento. I dati forniti, aggiornati al 31 dicembre 2016 ed elaborati da Benedetta Di Bartolomeo, Antonia Cirulli e Michele Fuscoletti, sono drammatici. Infatti, per le aree interne della regione – il rapporto della Caritas diocesana è stato ripreso anche dal quotidiano nazionale della Cei “Avvenire” – ormai non si può più parlare di semplice calo demografico e spopolamento ma di vera e propria desertificazione.
La popolazione della diocesi, infatti, è passata da 80.820 abitanti del 1961 ai 37.060 del 2016. Altrettanto pesanti sono i numeri sulle vecchie e nuove povertà con circa 300 persone assistite dalla Caritas diocesana per i bisogni primari.
«Carissimi – ha scritto nella presentazione dell’indagine il direttore della Caritas diocesana di Trivento don Alberto Conti – nel presente “quaderno della solidarietà” pubblichiamo l’ultima indagine realizzata nella diocesi di Trivento. Nella prima parte potete leggere la scheda sociografica aggiornata al 31.12.2016. I numeri confermano, purtroppo, la forte diminuzione della popolazione e il suo rapido invecchiamento. È la conferma di quanto aveva previsto la nostra prima indagine realizzata nel 1992 che, con quello che allora sembrò un eccesso di pessimismo e oggi appare invece come una lucida anticipazione del futuro, annotava: “data la rapidità del processo, alcuni paesi sono destinati a scomparire” (Caritas Diocesana di Trivento – Indagine preliminare sulla povertà nella diocesi di Trivento – a cura del CE.RI.S. Roma 1992 pag. 23). Nella seconda parte trovate una lettura del territorio diocesano sotto il profilo delle vecchie e nuove povertà. I dati sono eloquenti. Rappresentano uno spaccato della parte più debole della nostra società diocesana, quello dei poveri che si rivolgono a noi, alla Caritas diocesana, per trovare quel sostegno a volte decisivo per la stessa sopravvivenza di sé e della propria famiglia. Le famiglie che ci hanno chiesto aiuto sono più di 117 per un totale di oltre 300 persone. Famiglie e persone che sono la più evidente e drammatica smentita della tesi di chi sostiene, non sappiamo se in buona o cattiva fede, che la crisi che ha devastato la nostra realtà, come quella più ampia della nostra regione e dell’intero paese, sia ormai alle nostre spalle. In realtà, il bisogno è ancora enorme e gli effetti della crisi sono così profondi da essere ancora assai presenti nel nostro territorio. La povertà che registriamo non è però solo economica, tocca anche i valori. Ed è proprio questo aspetto che rende più difficile quell’espressione del sentimento di solidarietà, ma noi potremmo dire meglio di condivisione fraterna, cristiana, che potrebbe essere la vera barriera contro la miseria e il vuoto spirituale che spesso l’accompagna. C’è tanto bisogno di questo impegno, di fronte alle situazioni di precarietà materiale e spirituale, specialmente di fronte alla disoccupazione, una piaga che richiede ogni sforzo e tanto coraggio da parte di tutti. Quella del lavoro è una sfida che interpella in modo particolare la responsabilità delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e finanziario. È necessario porre la dignità della persona umana al centro di ogni prospettiva e di ogni azione. Gli altri interessi, anche se legittimi, sono secondari. Al centro c’è la dignità della persona umana! Perché? Perché la persona umana è immagine di Dio, è stata creata ad immagine di Dio e tutti noi siamo immagine di Dio! Dopo aver consegnato l’indagine nelle mani di S.E. Monsignor Claudio Palumbo nel giorno del suo ingresso nella diocesi di Trivento, ora l’affido a tutti gli uomini e donne di buona volontà perché ognuno di noi con coraggio e responsabilità, faccia la sua parte senza se e senza ma. Con l’auspicio profondo che nella vita di tutti, soprattutto di chi più porta i segni della fatica di vivere, rifiorisca la speranza di una vita dignitosa da condurre con coraggio nei nostri piccoli paesi operando perché essi riprendano a popolarsi e invertano la triste e dolora tendenza allo spopolamento. In questo tempo così difficile c’è bisogno dell’impegno di tutti ad amare questa nostra terra, perché, scriveva Paolo Borsellino “il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.».
La Caritas diocesana per fronteggiare questa drammatica crisi è riuscita anche a convocare a Trivento i governatori di Abruzzo e Molise per concertare una politica comune di investimenti, soprattutto nei servizi, in favore di questi territori ma, al di là di tanti impegni verbali, alla fine poco o nulla è stato fatto.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.