Morto in battaglia, decorato con Croce al merito di guerra ma… dimenticato dal proprio Comune. È questa la storia di Antonio Petrocelli, caporal maggiore caduto tra il 17 e 18 dicembre 1942 durante la Seconda Guerra Mondiale al fronte russo. Aveva solo 28 anni Petrocelli quando per fedeltà alla patria andava a combattere per l’Italia nell’area di Tverdoklebovka trovando la morte sul campo di battaglia.
Al termine di lunghe e laboriose ricerche, la famiglia riuscì a risalire al proprio caro, le cui poche spoglie vennero riportate in Italia il 2 ottobre del 1998 tramite apposito volo di Stato per poi essere tumulate nel cimitero monumentale del Verano: a seguito di ulteriori peripezie, il corpo del caporal maggiore venne definitivamente seppellito presso il cimitero di Roccaravindola, dove tuttora riposa e dove sarebbe dovuto sorgere un monumento in suo ricordo. Invece, niente monumento e niente riconoscimenti da parte del Comune di Montaquila nonostante le promesse delle varie amministrazioni.
In una parola, il caporal maggiore è stato letteralmente dimenticato. I familiari oggi si sentono «umiliati». Insomma, se in altri Comuni i caduti in guerra decorati con croci e medaglie hanno ricevuto l’onore di intitolazioni di vie e piazze, a Montaquila per Antonio Petrocelli non c’è stata “giustizia”. Il figlio Pasquale, oggi 77enne, giura che lotterà «fino a quando non chiuderò per sempre gli occhi…». A nulla sono valsi finora neppure gli appelli al papa e al presidente della Repubblica. Spetta all’amministrazione comunale – che più volte lo ha promesso – decidersi magari a intitolargli piazza Santa Maria Ausiliatrice in Roccaravindola, ovvero nei pressi dell’abitazione dei Petrocelli.
Ad essere profondamente amareggiata è anche la nipote, Antonietta, che mostra con vanto le medaglie del nonno e la Croce al merito di guerra riconosciuta dal distretto militare di Caserta. «Abbiamo tutta la documentazione che ci è stata fornita nel corso degli anni dalle autorità, conserviamo persino il numero di volo con il quale sono state riportate in Italia le sue spoglie. A questo dossier manca però ciò che pure ci era stato promesso – dice con una punta di rabbia oltre che amarezza -: un riconoscimento pubblico da parte del nostro Comune che, “dimenticandosi” del caporal maggiore Antonio Petrocelli ne umilia la memoria».
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