Con sentenza numero 29 del 2018, la Corte dei conti sezione molisana ha condannato l’ex sindaco di Colli a Volturno e un tecnico comunale a risarcire all’ente rispettivamente 15mila e 33mila euro.
Diversi gli appunti mossi dai magistrati contabili che hanno riscontrato un danno erariale in merito all’intervento “Osservatorio ambientale permanente della biodiversità”. Secondo la Corte dei conti i due responsabili «con il loro comportamento illecito» avrebbero cagionato «un ingiusto danno patrimoniale conseguente alla “arbitraria gestione degli affidamenti pubblici nel Comune di Colli a Volturno”, per un importo complessivo di euro 86.100,07».
La vertenza, sfociata nell’atto di citazione in giudizio del 13 febbraio 2015, è sorta «a seguito di segnalazione del Nucleo di Polizia tributaria – Sezione tutela finanza pubblica – della Guardia di Finanza di Isernia, secondo cui, nel corso dell’attività di Polizia Giudiziaria delegata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Isernia, erano emerse irregolarità nelle procedure di indizione e nell’aggiudicazione delle gare di appalto per l’affidamento dei servizi in convenzione di supporto operativo e logistico per la gestione dell’Osservatorio ambientale permanente della biodiversità presso il Comune di Colli a Volturno». In particolare, queste condotte erano consistenti nella: «Utilizzazione di procedure di affidamento diretto in deroga ai principi di evidenza pubblica; artificiosa divisione dei servizi per operare più affidamenti al fine di eludere precise e puntuali procedure e disposizioni di legge altrimenti inderogabili; aggiudicazione dei servizi, in pratica, in assenza di qualsiasi concorrenza, con ribassi praticati per ogni singola gara insignificanti se rapportati ai valori dei ribassi di aggiudicazione elaborati dall’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici e riportate nelle tabelle allegate alle Relazioni annuali al Parlamento; sistematica violazione dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della Pubblica amministrazione e dei criteri di economicità, efficacia, efficienza, pubblicità e trasparenza».
Tuttavia, gli accusati sono difesi fino ad arrivare ad una revisione della “pena”. Secondo la difesa «mancherebbe anche l’elemento soggettivo dell’illecito anche nella forma della colpa grave, considerato che il sindaco asserisce di avere agito in perfetta buona fede e nella convinzione di operare secondo legge».
Quindi, il collegio ha ritenuto di ravvisare gli estremi per «un corretto impiego del potere riduttivo, in ragione dell’episodicità dell’illecito accertato nonché della circostanza che il sindaco-responsabile del servizio ha effettuato (per come asserito dalla parte privata e non contrastato in punto di fatto dall’organo requirente) prestazioni tecniche a vantaggio dell’ente a titolo gratuito». Conseguentemente, la Corte ha rideterminato «l’importo del danno in euro 15.000 (compreso l’importo della rivalutazione monetaria)».
Nelle 40 pagine di motivazioni, si legge tra le altre cose come «in particolare, dalle indagini era emerso che nel dicembre 2007 veniva stipulato tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed alcune Regioni (tra cui il Molise) un Accordo di programma multiregionale in materia di Biodiversità per l’utilizzazione delle risorse di cui alla delibera Cipe 19/2004, che aveva come specifica finalità quella di realizzare interventi capaci di incidere positivamente sui territori regionali assumendo indirizzi e procedure per la rivitalizzazione degli habitat, ecosistemi e specie floro-faunistiche e riportarli in uno stato di conservazione e di miglioramento della diversità biologica in un’ottica di sviluppo sostenibile delle aree interessate».
Tra gli interventi, approvati e ammessi a finanziamento dalla Regione Molise con deliberazione di giunta regionale era stato inserito quello denominato “Osservatorio” quale centro multidisciplinare per la raccolta dati, aperto alla comunità scientifica internazionale, finalizzato all’osservazione di eventuali variazioni degli aspetti faunistici stanziali e migratori e dei componenti naturali delle specie floristiche dell’area Parco e pre Parco del Pnalm in relazione con la sismicità della Catena delle Mainarde.
Intervento che, però, è costato “caro” all’ex sindaco e al tecnico comunale che dovranno risarcire l’ente rispettivamente per 15mila e 33mila euro.

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