Verrà eseguita questa mattina presso l’obitorio dell’ospedale di Isernia l’autopsia sul corpo del povero Salvatore Brancaccio, 46enne di Caivano morto l’altroieri pomeriggio nella “Errep Tecnologie” di cui era socio, ucciso dalle forche del muletto che stava tentando di riparare.
Tragedia nella tragedia, l’incidente è avvenuto alla presenza del figlio 20enne. Al momento non risultano iscritti nel registro degli indagati. L’autopsia è stata disposta dall’autorità giudiziaria per chiarire con esattezza la dinamica della morte. I Carabinieri hanno svolto tutti gli accertamenti necessari al fine di ricostruire con dovizia di particolari l’accaduto.
L’infortunio mortale, il secondo (operaio caduto dal traliccio) nel giro di poche settimane nella Piana di Venafro, ha suscitato sdegno nel Nucleo industriale tra lavoratori e imprenditori.
La tragica morte di Salvatore Brancaccio, inoltre, fa riflettere la Fiom Cgil. Con il segretario Giuseppe Tarantino, il sindacato si dice «vicino alla famiglia che sta vivendo un immane dramma» ma, allo stesso tempo, in generale rilancia la questione sicurezza.
«Auspichiamo chiarezza su come sia potuto avvenire un incidente così grave e ci auguriamo più controlli nelle aziende. Le prefetture, quali organo di governo territoriale, devono incidere maggiormente in tal senso. Sembra che la sicurezza sia diventato un tema secondario a causa della crisi che costringe gli operai ad accettare condizioni di lavoro e di sicurezza scadenti nonché salari più bassi…». Insomma, «la paura di essere licenziati blocca i lavoratori a denunciare le scarse condizioni di sicurezza accettando qualsiasi situazione pur di lavorare. Sta al sindacato e alle istituzioni vigilare e denunciare queste condizioni investendo anche le Prefetture, le Procure, l’Ispettorato del lavoro, l’Asrem e l’Inail».

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