Torrente Rava listato a lutto. È questa la “risposta” da parte di ‘anonimi’ ambientalisti (nessuno finora ha rivendicato l’affissione) al dissequestro del depuratore industriale che è stato quindi scagionato dall’ipotesi di aver inquinato a più riprese il corso d’acqua.
Non la pensano così i venafrani che nottetempo hanno pertanto esposto sul Lungorava dei manifestini funebri e delle coccarde nere legate agli alberi sulle sponde del torrente. Eloquente l’”annuncio”, con tanto di foto con la famigerata schiuma sulla superficie dell’acqua: «È venuto a mancare all’affetto dei suoi cittadini indifferenti il torrente Rava. Fermati un attimo e guarda le mie acque, ciò che resta non è più ciò che ero e non sarò più. Condannato a morte – si legge ancora -, non chiedo giustizia. La giustizia è macchinata dagli uomini e quando voi, uomini e donne avete avuto il tempo e il modo di vigilare sulla mia salute, avete girato la testa dall’altra parte come se non vi appartenessi, come se non fossi cosa vostra».
Poi, «se mi fossi ammalato, vi dissi, avreste rischiato la vita anche voi, miei amati cittadini distratti. Ma ormai io muoio mentre voi perdete il conto degli anni perduti a rincorrere il vento». L’iniziativa ha destato scalpore in città. Tanti i podisti ma anche gli automobilisti che si sono interrogati sulla presenza delle coccarde a lutto ed hanno arrestato la corsa per leggere l’affissione.

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