Nella sala convegni del centro Don Orione cinquecento venafrani hanno partecipato all’assemblea pubblica sul Santissimo Rosario convocata dal comitato che lotta per la difesa del nosocomio cittadino. Durante il confronto non sono mancati momenti di viva tensione, col governatore costretto a rintuzzare gli attacchi provenienti da associazioni, comitati, movimenti e cittadini. Frattura ha chiesto un mese di tempo per riorganizzare l’offerta sanitaria col Santissimo Rosario che dovrebbe subire un profondo mutamento. Non ci saranno posti letto per acuti ma un punto di primo soccorso, reparti per lungodegenti e post-acuti, chirurgia ambulatoriale e riabilitazione. Esattamente un anno fa, in un incontro con la cittadinanza durante la campagna elettorale, Frattura aveva garantito la costruzione d’un polo ortopedico all’interno del Santissimo Rosario. Oggi, però, lo scenario è profondamente mutato ed il governatore non sembra essere nelle condizioni di mantenere la promessa fatta il 13 febbraio: “Stiamo valutando – ha spiegato alla platea – quali possibilità possono essere attuate”. Nel suo intervento il governatore ha anche parlato dell’integrazione tra pubblico e privato ribadendo un concetto già più volte espresso in passato: non è la quantità di posti letto a garantire eccellenza nell’offerta sanitaria. Il comitato, nel corso della serata, ha chiesto ai presenti di sottoscrivere un documento in base al quale si garantirebbe alla cittadinanza quantomeno una proposta minima di ospedale. In assenza di questi presupposti i venafrani sono pronti ad alzare barricate

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