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“Diamo a Cesare quel che è di Cesare”. Esordisce così l’assessore regionale Massimiliano Scarabeo per rispondere alla richiesta di dimissioni piovutagli addosso (in realtà a tutti i consiglieri regionali) dal comitato Ss Rosario attraverso le colonne di Primo Piano Molise al fine di ‘sfiduciare’ il governatore-commissario alla Sanità, Paolo di Laura Frattura.
Scarabeo, dunque, non ci sta. E attacca, in particolare, l’avvocato Franco Macerola, vice del presidente Giovanni Vaccone.
“La sanità pubblica efficiente ai molisani, le critiche strumentali a chi vuol cavalcare l’onda della popolarità celandosi dietro un enorme problema che è di tutti e di non facile soluzione – argomento l’assessore -. Accetto la provocazione, ma non il disfattismo che si cela nelle parole di chi chiede le dimissioni in massa di tutti, quindi anche del sottoscritto pur di salvare il nostro ospedale dalla mannaia dei tagli e delle riduzioni. Sono per la legalità e per il rispetto delle regole e non lo devo dimostrare in questo frangente nonostante l’impegno dimostrato per la mia terra”.
Scarabeo fa sapere che “non è giusto coinvolgermi in una battaglia che da tempo sto già combattendo per spuntare, nonostante le gravi difficoltà che riguardano il riordino sanitario le giuste misure di salvaguardia del Ss Rosario”.
Quindi, la polemica: “Capisco l’occasione che si presenta ghiotta per tentare di portare la partita sul piano personale e trarne dei vantaggi politici da chi vorrebbe maggiori consensi, come il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo o di chi è alla ricerca spasmodica di visibilità, ma oltre alle critiche e a posizioni di protesta bisognerebbe scendere ai livelli della realtà per proporre cose fattibili per la causa del nostro ospedale. Dal mio canto ho già posto i dovuti paletti affinchè il Ss Rosario venga reso sostenibile e le disparità con il privato, in termini di posti letto vengano ricondotte alla normalità imposta dalla legge. Non si ponga perciò strumentalmente la questione sulla politica e sul discredito ad oltranza nel tentativo di carpire consensi”.

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