inquinamento 15

La marcia silenziosa contro l’inquinamento ha fatto davvero… rumore. Sui social e per strada ieri non si parlava d’altro. Commenti alla manifestazione sono arrivati persino dalla Svizzera: attraverso il sito online di Primo Piano Molise un emigrato venafrano ha infatti salutato con grande soddisfazione l’immensa partecipazione alla marcia indetta da Raffaele Siano: «Finalmente la coscienza venafrana incomincia a svegliarsi!».

Dunque, in città si sta iniziando a discutere diffusamente delle contromisure da adottare per tutelare seriamente l’ambiente. Ormai tutti sono convinti che occorra bypassare la politica e proporre delle soluzioni che poi, semmai, i rappresentanti politici dovranno impegnarsi a mettere in atto. Quindi, sui social ad esempio è emersa l’idea dell’acquisto o del noleggio (in realtà il consigliere comunale Alfonso Cantone alla vigilia della manifestazione aveva annunciato una mozione in tal senso) di ulteriori centraline di monitoraggio dislocate in vari punti del territorio. A costo zero per le casse pubbliche: la spesa – è stata la proposta – verrebbe finanziata eventualmente dalle indennità di sindaco e assessori in caso di assenza di disponibilità economica. Ma prima di pensare ad un aumento delle postazioni di controllo dei livelli di inquinamento forse sarebbe il caso di bloccare la dismissione di una delle due centraline attualmente presenti a Venafro. Va infatti ricordato che quella stessa Regione sabato “rappresentata” in corteo – da posizioni diverse con il presidente Vincenzo Cotugno e con il consigliere Massimiliano Scarabeo – ha votato per l’eliminazione della centralina fissa di via Colonia Giulia. Una decisione senza senso, e definita «sconvolgente» persino dal prefetto di Isernia, Fernando Guida. Sarà pure poco, ma pur sempre un inizio per i due esponenti regionali proporre ufficialmente la modifica della delibera numero 461/2016. Sarebbe il segnale concreto chiesto a gran voce dalla marcia dei 5mila.

Quindi, restando nel campo delle iniziative concrete da poter mettere in campo subito, c’è il tema della deviazione del traffico pesante. Se ne parla ormai da un anno. Ma i passi avanti registrati sono pochi. Il prefetto – “smentito” da un comunicato stampa del governatore Frattura e dell’assessore regionale all’Ambiente, Facciolla – in Consiglio comunale a Venafro ebbe modo di far sapere che stava attendendo un “segnale” dalla Regione, secondo lui competente in materia. Il sindaco Sorbo che, insieme a consiglieri di maggioranza e minoranza, sabato dopo il corteo ha voluto incontrare una delegazione di manifestanti, dal canto suo pure attende un segnale. A questo punto, sempre gli stessi Cotugno e Scarabeo – presenti alla sfilata – magari potrebbero sollecitare la giunta Frattura in tal senso. Staremo a vedere cosa accadrà e cosa si farà. Tuttavia, la convinzione è che il rumore provocato dalla marcia silenziosa di sabato sia arrivato fino alle stanze del potere a Campobasso. Venafro non scherza più, è stato il messaggio di una comunità unita come mai prima e non più disposta ad accettare inerme morti e malattie.

La sensazione è che se ieri un fiume di gente è sceso in strada per far sentire la propria voce significa – qualora ci fosse stato bisogno di conferme – che il duro ed impagabile lavoro svolto dalle Mamme per la salute e l’ambiente in questo decennio non è stato vano. L’associazione ha rappresentato un baluardo contro una deriva ancora peggiore per la salute e l’ambiente conquistando la stima e l’attenzione di altre associazioni e dell’opinione pubblica nazionali. Il 3 febbraio alle ore 18 la battaglia farà un ulteriore passo avanti. Presso il centro sociale don Orione si parlerà più diffusamente delle problematiche che attanagliano il territorio (Piano rifiuti, Piano energia, ecc) e in quella sede verrà chiesto ai rappresentanti politici (consiglieri regionali e sindaci della Piana) di assumere impegni scritti nei confronti della popolazione e che dovranno essere portati avanti senza compromessi o raggiri. Stavolta i politici dovranno davvero porsi al servizio della gente e non avranno scuse né scampo: Venafro e l’hinterland hanno dimostrato che il tempo delle chiacchiere e delle passerelle fini a se stesse è scaduto. Nel frattempo, i cittadini che non sono riusciti a firmare la petizione al termine del corteo di sabato potranno farlo ancora nelle prossime due settimane durante i giorni di mercato e presso gli esercizi commerciali che l’altra sera hanno partecipato alla manifestazione con una serrata senza precedenti.

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