La città di Venafro, come stabilito dalla giunta comunale guidata dal sindaco Antonio Sorbo, a breve accoglierà altri 28 migranti sul proprio territorio. Questa volta, però, non per “obblighi” imposti dalla Prefettura in una procedura di emergenza bensì un progetto che vedrà il Comune protagonista. Ieri, infatti, dagli uffici è partito l’ordine di pubblicare il bando Sprar.
L’amministrazione comunale venafrana non ha avuto ripensamenti. Anzi. Così come spiegato nei mesi scorsi dall’assessora Angelamaria Tommasone, «nonostante le oggettive difficoltà del momento che stiamo attraversando, abbiamo deciso di aderire al bando Sprar».
Con delibera di giunta del 18 gennaio, quindi, l’esecutivo diede anche atto di indirizzo al responsabile del settore Affari generali di avviare le procedure di selezione dell’ente attuatore per la coprogettazione e la gestione del progetto.
L’iniziativa è stata assunta anche al fine «di evitare arrivi di migranti in maniera eccessiva e non condivisa». Insomma, Palazzo Cimorelli vuole azionare la cosìddetta clausola di salvaguardia: se si accoglie in modo spontaneo, la Prefettura avrà un “occhio di riguardo” in caso di crisi e/o di emergenze. Dunque, la giunta ha fatto due rapidi calcoli ed ha deciso di aderire: «In linea di massima si tratta di 2,5 posti di accoglienza per ogni 1.000 residenti. Quindi per il Comune di Venafro, con una popolazione di circa 11.280 abitanti, dovrebbero arrivare massimo 28 migranti».
Per essere più chiari, i migranti presenti a Venafro ad oggi resteranno comunque ma altri dovrebbero arrivare soltanto nell’ambito del progetto Sprar. Quindi, con un maggior controllo e soprattutto con un coinvolgimento dell’amministrazione comunale.
Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati è costituito dalla rete degli enti locali che, per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, accedono al fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.
I fondi, nel caso dello Sprar, passano in qualche modo per il Comune e pertanto non seguono il percorso seguito dall’emergenza: con il governo che paga direttamente i privati per una accoglienza che spesso accoglienza non è ma solo un “parcheggio” in abitazioni e locali purtroppo spesso di fortuna.
Con lo Sprar, invece, c’è maggiore regolamentazione e più obblighi per i soggetti che aderiranno al bando.
«La decisione di aderire – spiegò l’assessora Tommasone all’atto dell’approvazione della giunta – è scaturita dal fatto che è vero che il popolo di Venafro è solidale e generoso, tant’è che lo ha dimostrato in varie occasioni, ma è necessario che i cittadini siano cautelati, tenendo sotto controllo: il numero dei migranti; le condizioni della struttura che li accoglie; il controllo costante ed immediato dell’assistenza sanitaria, la stipula di protocolli per integrare i migranti in attività di pubblica utilità che consenta anche una più facile integrazione sociale».
A questo punto l’iter proseguirà presso la Centrale unica di committenza Venafro-Sessano del Molise, la quale bandità l’avviso di selezione a mezzo procedura aperta con aggiudicazione nel rispetto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per individuare il soggetto attuatore del progetto nel triennio 2017/2019.
Il Comune di Venafro ha precisato che «la quota di cofinanziamento, pari al 5% del costo complessivo del progetto, stante la mancanza di risorse comunali, sarà posta a carico del soggetto collaboratore».

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