herambiente nuova

In attesa di conoscere gli sviluppi (pratici) dell’incontro avvenuto la settimana scorsa a Roma tra gli amministratori comunali di Venafro e il ministro dell’Ambiente, nella Piana e sui social si continua a discutere dell’articolo 35 dello Sblocca Italia e, in particolare, sull’inserimento dell’inceneritore di Pozzilli tra gli impianti strategici di preminente interesse nazionale.

La battaglia delle Mamme per la salute e l’ambiente è tesa ora soprattutto a far cancellare Herambiente da questo elenco. Battaglia che, però, appare tutta in salita in quanto si tratta di un provvedimento voluto dal Parlamento e poi “attuato” dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Un parere “fuori dal coro” è emerso ultimamente, ed è quello di Alfonso Mainelli, portavoce di «Area Matese», secondo il quale «l’articolo 35 del decreto “Sblocca Italia” non può riguardare assolutamente quell’impianto».

Tuttavia, «poiché siamo in Italia è necessario mantenere sempre gli occhi bene aperti». E quindi: «L’articolo 35 autorizza, di fatto, tutti gli inceneritori ad operare al massimo della loro capacità tecnica – spiega Mainelli -. Ad esesempio, se si tratta di un impianto capace di bruciare 1000 tonnellate all’ anno ma la cui autorizzazione è solo per 500, grazie all’articolo 35 si ritroverà autorizzato a bruciare le sue 1000 tonnellate all’anno di monnezza. La regola vale anche per gli impianti ancora da costruire. Ma l’articolo 35 pone un limite alla sua applicabilità, e il limite è la valutazione positiva della “…compatibilità ambientale dell’impianto in tale assetto operativo, incluso il rispetto delle disposizioni sullo stato di qualità dell’aria di cui al decreto legislativo 13 agosto 2010 numero 155”. Ora, detto questo, bisogna ricordare che la Regione Molise risulta ancora diffidata, proprio dal ministro dell’Ambiente, per le violazioni degli obblighi imposti dal predetto decreto».

Insomma, la Regione Molise ancora oggi non garantirebbe tutte le attività di controllo previste dal decreto legislativo 155/2010 e con ciò ne deriverebbe che «l’impianto di Pozzilli non può essere autorizzato a saturazione del carico termico, e cioè a bruciare rifiuti fino al massimo della sua capacità tecnica complessiva. Del resto non è l’articolo 35 che autorizza a tanto l’impianto di Pozzilli, bensì il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri 10 agosto 2016 (che, comunque, individua la capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento rifiuti)». Tra i firmatari del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 2016 figurano il sottosegretario De Vincenti, per il presidente, e il ministro dell’Ambiente Galletti. Secondo Mainelli di «Area Matese» l’inserimento dell’inceneritore di Pozzilli sarebbe un errore, pertanto l’impianto sarebbe da cancellare tra i 40 strategici.

Il portavoce dell’associazione attacca poi il governo regionale, poiché «la tutela dei molisani in questa faccenda dovrebbe essere garantita proprio dal presidente della Regione e dal suo assessore all’Ambiente, nonché dai sindaci interessati (che non sono pochi). Lo faranno? Non credo, si tratta di dire al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dell’Ambiente di leggere bene le carte che firmano, almeno per evitare queste brutte figure, ma l’anno prossimo si vota e ognuno vuole apparire più realista del re. Del resto finora hanno evitato di disturbare più di tanto. Quello che è certo, indiscutibile e scandaloso è che il Molise, ancora una volta, paga per la superficialità di istituzioni nazionali e regionali, e per questo subisce un vero e proprio abuso istituzionale».

Ma dall’articolo 35 e dal decreto cosìddetto «Sblocca Italia» è evidente come l’inceneritore di Pozzilli sia autorizzato a bruciare ogni anno il triplo del fabbisogno della regione Molise. Lo stesso governo ha ammesso nel decreto che tra i «dati rilevanti, emergono: l’elevato  fabbisogno  residuo  di  incenerimento   in   Campania (318.942 tonn/anno), e Abruzzo (121.069 tonn/anno)» e, soprattutto, «la sovracapacità della regione Molise, che evidenzia un  surplus di incenerimento pari a 58.072 tonn/anno». Se è vero che quello di Herambiente è l’unico inceneritore molisano presente nell’elenco dello «Sblocca Italia», allora si può ben dire che l’impianto di Pozzilli può bruciare circa tre volte tanto il “dovuto” considerato che è capace di incenerire 93.500 tonnellate di rifiuti all’anno mentre tutta la regione può mandare a bruciare – secondo dati ufficiali – 35.428 tonnellate.

È dunque il caso che i molisani, e nello specifico i residenti della Piana di Venafro, si carichino nell’aria le conseguenze di 58.072 tonnellate di rifiuti bruciati “in più”? Tra le altre cose, l’articolo 35 recita pure che tra le finalità c’è il «progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale».

(su Primo Piano Molise di oggi in edicola)

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