In merito al caso della villetta data alle fiamme in via Strada di bonifica Venticinque, si potrebbe essere vicini ad una svolta.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Iseria, ed i Carabinieri di Venafro che indagano sul grave episodio, sono infatti in attesa dell’esito degli accertamenti e delle comparazioni svolti dai Ris di Roma ai quali sono stati inviati i reperti raccolti dai militari dell’Arma nel perimetro della villetta che ieri mattina sarebbe dovuta essere liberata dalla famiglia dell’egiziano Aiman che si era ribellato allo sfratto.
Gli inquirenti seguono una pista ben precisa e auspicano che il confronto tra le tracce repertate nella casa e, pare, sulla tanica utilizzata per trasportare il liquido infiammabile corrispondano a persone già presenti nella banca dati del Ris in modo da inchiodare il responsabile o i responsabili.
In ogni caso, le indagini in corso di svolgimento non stanno tralasciando alcuna metodica classica. Il sopralluogo svolto dai Carabinieri nell’immediatezza dell’incendio – sabato notte – dovrebbe consentire di ricostruire come si sono svolti i fatti, cioè quale è stata la dinamica.
Il responsabile (o i responsabili) dell’incendio rischia l’arresto. Al momento l’ipotesi di reato è danneggiamento a seguito di incendio.
Ora la speranza è che presto il Ris di Roma possa comunicare ai Carabinieri della Compagnia di Venafro il nome o i nomi dei presunti responsabili.
In attesa delle indagini e di sviluppi nonchè di ulteriori analisi nel luogo del grave episodio, chiaramente l’abitazione resta sotto sequestro.
Notevoli sono comunque i danni arrecati all’immobile che, ricordiamo, era stato acquistato all’asta per un prezzo intorno ai 50mila euro (contro un valore stimato di oltre 200mila euro). Il primo tentativo di sfratto era finito con un rinvio in attesa che Aiman trovasse una sistemazione idonea per sè e per la famiglia con 3 bimbi.

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