Ormai è deciso: il Museo Winterline finirà al piano terra del restaurando palazzo comunale Armieri, in piazza Cimorelli (Mercato). La decisione è stata presa nei giorni scorsi, dopo diversi incontri tra il sindaco Antonio Sorbo e il presidente dell’associazione Winterline e del Museo, Luciano Bucci (pure lui sindaco di Conca Casale).
L’altro ieri pomeriggio Bucci aveva una rollina in mano ed era stato in Palazzo Armieri, a misurare esattamente gli spazi che avrà a disposizione, per riallestire il Museo che oggi si trova in palazzo De Utris di proprietà dello Iacp (case popolari).
«Purtroppo avremo a disposizione 40 metri quadrati in meno, per circa 220 in piano. Oggi in Palazzo De Utris riusciamo a sfruttare alcuni angoli, che rappresentano i metri in più. E forse dovremo fare a meno di una scena. Vedremo il da farsi ed agiremo nel migliore dei modi», precisa il presidente Bucci. Ma questo è quello che passa il convento.
È stato assai faticoso trovare questi spazi, anche perché l’amministrazione comunale intende sfruttare tutto il piano terra di Palazzo Armieri per allestirci gli uffici, alcune sedi associative ed istituzionali. E persino per un bar da dare in gestione all’Acli che già era presente sotto il palazzo, prima di avviare i lavori tuttora in corso.
La storia del Museo Winterline è per certi versi “ raccapricciante”. E testimonia, ove ce ne fosse bisogno, della enorme disattenzione della Regione Molise di fronte ad una realtà culturale di tutto rispetto. Assolutamente unica in Italia, perché mette insieme i rari reperti e ritrovamenti dell’Ultima Guerra Mondiale, quando tutto il venafrano fu protagonista di uno scontro cruento tra le forze alleate ed i tedeschi. A cominciare dalla battaglia di Monte Corno, dalla linea di difesa Gustav che passava sulle montagne alle spalle di Venafro e dalla battaglia delle vicina città di Cassino. Battaglia che, vinta dalle forze alleate, consentì poi la liberazione di Roma. Una storia che ci riguarda da vicino e che riesce a vivere attraverso i preziosi reperti raccolti sotto terra ed esposti nel Museo Winterline: divise, armi, oggetti d’uso comune di tutte le nazioni in guerra. Un vero e proprio spaccato di quegli anni cruciali della nostra storia contemporanea.
Lo Iacp, che pure è un ente sub regionale, ha sfrattato Winterline da Palazzo De Utris. Il Museo vi rimane dopo diverse proroghe regionali che non sono servite a nulla. Non hanno mai affrontato il problema alla radice. Winterline rischia di morire semplicemente con lo stacco coattivo della corrente elettrica. Un insulto al buon senso comune. Semplicemente perché dovrebbe pagare un affitto o meglio usufruire dell’immobile Iacp, dopo gara pubblica!
«Possibile che la Regione non abbia mai trovato un modo legale per favorire una risorsa culturale che altrove è assai ambita ed addirittura riceve i finanziamenti pubblici? Tutto questo la dice lunga sul modo di amministrare dei nostri rappresentanti in Palazzo D’Aimmo, a cominciare da quelli eletti nel venafrano». Questa la critica comune che tutti si fanno, a cominciare dai ragazzi di Winterline che da sempre animano e si dedicano all’allestimento del Museo. Volontariamente e senza soldi, ma soprattutto senza la dovuta attenzione della pubblica amministrazione. Eppure il presidente Bucci riceve continue sollecitazioni da altre Regioni ed altri Comuni (tipo Cassino), che si dichiarano disponibili ad accogliere e finanziare il suo Museo, perché potrebbe culturalmente arricchire il loro territorio. Favorendo gli scambi culturali e turistici con una ricaduta sull’economia. A cascata. Del resto la stessa sorte sta toccando al Parco dell’Olivo di Venafro, sfrattato da Palazzo della Congrega in piazza dell’Annunziata. Eppure il Parco è un ente sub regionale, direttamente dipendente dai governanti di Palazzo D’Aimmo. Oltre a tutte le altre peculiarità che potrebbero portare l’ente Parco al riconoscimento ed alla tutela internazionale dell’Unesco. Come si fa ad arrivare a tanto?
Tornando a Winterline, per salvarlo dalla distruzione delle “bombe” politiche si è finiti nella trincea di Palazzo Armieri, i cui lavori sono davvero agli sgoccioli. Entro settembre il cantiere verrà chiuso ed il palazzo reso disponibile, fatto salvi i tempi delle carte da mettere a posto: collaudo, agibilità, certificato antincendio e via discorrendo. Tra l’altro vi manca l’ascensore che però viene già previsto, coi soldi del ribasso di gara “custoditi” a Campobasso.
In tutti i casi questo è il destino del Museo Winterline: finire sotto Palazzo Armieri. Al momento altre soluzioni non sembrano praticabili, come ad esempio quella di utilizzare il Palazzetto Liberty. Né dalla Regione arriva una soluzione definitiva e condivisa. A meno che le prossime elezioni non riescano ad illuminare le idee di qualche eletto. ppm

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