«I bambini fuori dagli schemi purtroppo non vengono accettati da questa società». È con questo grido d’allarme che Monica Di Filippo lancia un appello al sindaco Antonio Sorbo affinché aiuti in qualche modo i ragazzi speciali perché – denuncia ancora la presidente dei Genitori Arcobaleno – «le mamme vengono lasciate completamente al loro destino dalle istituzioni».
Il progetto-sogno dell’associazione nata poco più di un anno fa in città è quello di elaborare un’iniziativa a lungo termine che permetta ai bambini con disabilità di avere una sorta di centro, un luogo dedicato tutto a loro dove potersi incontrare, giocare e imparare insieme. «Occorre prima di tutto sensibilizzare le persone – ancora Monica Di Filippo – perché c’è un grosso problema culturale. La gente non accetta, non comprende le diversità».
Finora i Genitori Arcobaleno hanno partecipato a diversi bandi pubblici da cui hanno attinto le risorse necessarie ad organizzare iniziative e progetti. L’ultimo si è svolto a Isernia, nel Bosco Piccolo, dove i bambini dell’associazione hanno dimostrato di essere speciali nel vero senso della parola. «In questo anno e mezzo di vita dell’associazione, abbiamo potuto vedere come i ragazzi siano veramente felici quando possono stare nella natura e a contatto con gli animali. Fanno cose straordinarie», assicura la presidente Di Filippo. Ma, c’è sempre il problema dei bambini fuori dagli schemi che «non vengono accettati», e quindi c’è bisogno di aiuto. L’appello al sindaco di Venafro è tra le righe pure quello di voler mettere magari a disposizione dei locali dove l’associazione possa organizzare eventi e riunire i bambini per tenerli impegnati in attività.
Ricordiamo che l’associazione (presente con un proprio profilo su Facebook: Associazione Genitori Arcobaleno Venafro onlus) è nata dall’unione delle forze di mamme e papà in un periodo dove venivano negati sacrosanti diritti ai propri figli con disabilità più o meno gravi: i ragazzi seguito dai Genitori Arcobaleno hanno problemi di vario tipo, dall’autismo alla sindrome di Down, dalla ADHD alla DSA, alle disabilità congenite… «La nostra rabbia – spiega Monica – è stata tramutata successivamente in energia e voglia di cambiamento, ha rafforzato il nostro legame. Così abbiamo deciso di trasformarla in qualcosa di concreto: un’associazione di volontariato di sostegno e solidarietà sociale a favore di minori in difficoltà e delle loro famiglie».
“Arcobaleno” perché è «l’unione di tutti i colori, inarcata e forte come la schiena di un ponte, che si staglia netta sullo sfondo cupo delle nuvole della tempesta ormeggiando la terra al cielo. Con la sua capacità di congiungere il cielo e la terra l’arcobaleno esprime nel contempo tutta la potenzialità della vita e la gamma delle sue vibrazioni. Un concetto che ci appartiene totalmente».
I principali obiettivi dell’associazione sono: promuovere un intervento che garantisca al disabile una migliore qualità della vita, favorire l’inserimento sociale, creare nel contesto educativo una condizione di benessere e accettazione della persona disabile, promuovere eventi e progetti, sostegno alle famiglie nel tempo libero, promuovere attività ludiche e ricreative.
Per fare questo i Genitori Arcobaleno hanno bisogno dell’aiuto e del supporto di tutti. A partire dalle iscrizioni (di tanto in tanto i volontari organizzano banchetti in piazza) ma soprattutto nella mano tesa delle istituzioni che, purtroppo, ad oggi il più delle volte è sembrata mancare. Inoltre, l’associazione cerca sempre «persone che aiutino i nostri bambini e ragazzi nelle varie attività: disegno, dipingere piccoli oggetti, teatro, musica».
Insomma, tanti modi per aiutare chi aiuta. Basta solo un po’ di buona volontà.

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