Resta caldissimo a Ceppagna il fronte immigrati. I residenti nei giorni scorsi, attraverso le colonne di Primo Piano Molise, hanno fatto sapere di non fidarsi sostanzialmente dello Sprar poiché a loro dire ci sarebbero lavori tuttora in corso ad una palazzina da parte di una cooperativa che si occupa di accoglienza. Dunque, da qui la raccolta firme contro l’«invasione» e la richiesta di un incontro con i vertici del Comune.
«Va benissimo un nuovo incontro con la comunità di Ceppagna – sottolinea l’assessora Angelamaria Tommasone -, ma siamo costretti a ripetere le stesse cose: per la frazione sono previsti sei immigrati e non sono contemplate altre ipotesi. È tutto nero su bianco nel progetto Sprar a cui abbiamo deciso di aderire proprio per evitare “invasioni”. Se poi qualcuno pensa di poter tornare indietro e revocare lo Sprar si deve sapere che per il 2017 la Prefettura aveva previsto 253 migranti per la città di Venafro. Noi invece con l’adesione al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifufugiati abbiamo bloccato il numero ad un massimo di 137».
Inoltre, ha ribadito ancora l’assessora alle Politiche sociali, «con lo Sprar il controllo e la gestione sono nelle mani del Comune. L’alternativa è far tornare tutto come era prima e cioè con i pieni poteri alla Prefettura che in emergenza tratta direttamente con i privati i quali se mettono a disposizione un immobile o un palazzo possono vedersi assegnati quote anche consistenti».
L’amministrazione comunale, dunque, prosegue sulla linea dell’accoglienza unita all’integrazione. «Recentemente sono saliti alla ribalta della cronaca locale esempi positivi di accoglienza ed integrazione grazie ai progetti ministeriali Sprar, penso ad esempio al caso Castel del Giudice. Insomma, l’obiettivo dello Sprar è una distribuzione a piccoli numeri degli ospiti, di conseguenza è impensabile stiparne “oltre 60” come è stato detto in un posto solo. Noi vogliamo numeri certi, bloccati, com’è con il progetto ministeriale a cui abbiamo aderito, con distribuzione degli ospiti su tutto il territorio. Questo renderà più facile l’integrazione, ma ci vuole ovviamente – ed è il nostro augurio – anche la predisposizione da parte della comunità».
Insomma, l’ennesimo segnale di netta chiusura da parte dell’esecutivo verso la paventata “invasione” di migranti a Ceppagna. Questo, però, chiaramente solo se il Comune proseguirà sulla strada dello Sprar; altrimenti, la gestione passerebbe (a dire il vero ancora è così fino a quando avverrà l’aggiudicazione definitiva) nelle mani della Prefettura che a quel punto continuerebbe a bypassare l’amministrazione municipale nella distribuzione degli ospiti, assegnandoli direttamente alle cooperative senza il preventivo consenso dell’ente locale. Altro discorso – ovviamente – è dire, come ha sostenuto il consigliere del Misto, Adriano Iannacone, disdire lo Sprar perché gli sbarchi sono diminuiti e perché con le elezioni del 4 marzo c’è in vista un nuovo governo e quindi – ipoteticamente – una diversa gestione del fenomeno migratorio.

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